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BOLZANO. Con queste provinciali l’Alto Adige è arrivato a un incrocio, o di qua o di là. Lo pensano anche i Verdi, che descrivono così il futuro di Palazzo Widmann: «Al governo andremo noi o la Lega»....


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Con queste provinciali l’Alto Adige è arrivato a un incrocio, o di qua o di là. Lo pensano anche i Verdi, che descrivono così il futuro di Palazzo Widmann: «Al governo andremo noi o la Lega». Nel sondaggio del nostro giornale i Verdi sono risultati primi, insieme al Pd, nelle preferenze degli intervistati come possibili partner della Svp. «Ma il nostro radicamento è forte nei due gruppi linguistici», rivendica Riccardo Dello Sbarba. Per mettersi seriamente al tavolo della trattativa, come dice il presidente Arno Kompatscher, oltre ai requisiti di compatibilità politica (barrare con il sì le caselle autonomia, convivenza ed Europa) serviranno i numeri. Per i Verdi significa confermare i tre eletti, possibilmente andare a quattro.

La lista per le elezioni provinciali è definitiva. Dopo la rinuncia iniziale, ha deciso di candidarsi Laura Polonioli, avvocatessa, già vicepresidente della Convenzione per l’autonomia, che sarà quarta nella testa di lista, guidata dagli uscenti Brigitte Foppa e Dello Sbarba. I Verdi, dice Laura Polonioli, «sono il partito che pratica ogni giorno una convivenza di solito sbandierata e non vissuta. Di fronte al populismo serve una politica fatta di rigore, sobrietà e serietà». Dice Foppa: «Stiamo con i piedi in due culture, facciamo i conti con le identità personali e cerchiamo l’altro». Nella lista di 35 candidati, riassume il coordinatore dei garanti Karl Tragust, ci sono 17 donne. Dopo la testa di lista di nove candidati, dieci giovani, seguiti dagli altri candidati in ordine alfabetico. Nove i candidati del gruppo italiano. Tra i giovani, Zeno Oberkofler, mistilingue di Vipiteno: «Quando a 18 anni ho dovuto dichiararmi, ho deciso che mi sarei impegnato per eliminare questa forzatura». Poi, sempre tra i giovani Olivia Kieser, che rivendica una militanza ambientalista contrapposto ai populismi e Sadbhavana Kieser. Entra in lista anche l’operatore culturale Nazario Zambaldi («una società aperta») e l’insegnante Patrizia Gozzi. Se c’è lo spartiacque, perché non si è creato alcun dialogo con il Pd, che pure sta lanciando il medesimo allarme «o noi o i populisti di destra»? «C’è stato un solo incontro, abbiamo capito che non c’era molto di cui parlare, visto che con questa legge elettorale non puoi fare alleanze», racconta Brigitte Foppa, «E poi le alleanze non si costruiscono in un mese. Per cinque anni abbiamo chiesto invano al Pd di farci da sponda su alcune grosse partite in Consiglio». I Verdi sono esposti a una doppia concorrenza, il Team Köllensperger e la lista «Sinistra unita». Soprattutto il movimento fondato dal consigliere uscito dal M5S rischia di essere un problema, perché su alcuni temi e candidati pesca nel mondo delle civiche. Nel sondaggio del nostro giornale sulle intenzioni di voto il Team Köllensperger supera addirittura i Verdi, con l’8% contro il 7% (nel 2013 i Verdi ottennero l’8,7%). Così Brigitte Foppa: «La concorrenza aiuta a valutare il proprio profilo. Noi siamo una forza conosciuta, inserita in un movimento europeo. Con Köllensperger abbiamo collaborato bene in Consiglio su alcuni temi, su altri ci siamo trovati soli». Per quanto riguarda la sinistra, così Dello Sbarba «ci sarà una lista a se stante ma siamo felici che Mdp con Vanda Carbone abbia deciso di sostenerci e lo farà per pura condivisione, senza avere chiesto nulla in cambio».

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