Tutto pronto per scavare le due gallerie principali

Si sta per terminare il tratto più delicato, dopo si potranno usare le frese veloci Entro l’anno si assegneranno tutti gli appalti. Poi si lavorerà per 7 anni


di Davide Pasquali


FORTEZZA/MULES. Si andrà piano ancora per 80 metri, poi si spera di decollare. L’inghippo è la faglia periadriatica, ossia il confine geologico tra il continente africano e quello euro-asiatico che, a dispetto delle visioni geo-politiche, passa per Mules, sopra Fortezza. Un primo scoglio di duecento metri, un secondo di ottocento. Roccia difficile, friabile. Si procede un metro, massimo due al giorno, con quello che si chiama il martellone. Altrimenti, dove si può, si scava con l’esplosivo (sei-otto metri al giorno) o con le frese a doppio scudo (dieci-dodici metri, con punte di venti). È il tunnel di base del Brennero. Coi suoi 64 km, da Fortezza a Innsbruck, sarà la più lunga galleria ferroviaria del mondo. Da fuori non si nota mica, ma dentro si lavora, eccome. E il 2015 sarà l’anno clou: bandi italiani tutti assegnati, finanziamenti garantiti, si dovrà solo lavorare. Ossia scavare.

A che punto siamo. Come precisa il geologo Stefan Skuk del Bbt, sul lato italiano si sono scavati il cunicolo esplorativo di Aica e la galleria di accesso di Mules, rispettivamente a valle e a monte della Fortezza, dove da pochi giorni si è trasferito l’Osservatorio Bbt, che in autunno inaugurerà il suo nuovo ampio e moderno info point sul tunnel, che sarà aperto al pubblico (quello alla stazione ferroviaria di Fortezza ha chiuso i battenti alla fine del 2014). Il primo cunicolo, quello esplorativo a nord di Aica, è stato scavato con una enorme fresa Tbm attraverso il duro granito di Bressanone ed è lungo 10,5 km. L’altro tunnel è invece lungo 1,8 km ed è in discesa, con pendenze circa del 10%. Con il secondo lotto, ora in fase operativa, si sta proseguendo il cunicolo verso nord e si sono iniziate le gallerie di linea per i treni, distanti 70 metri una dall’altra, con camere di emergenza, cioè vie di fuga, ogni 333 metri. Prima si è scavato nel granito. Poi - seppure ben pronosticata - è arrivata lei: la faglia periadriatica. È il tratto più difficile, più delicato, con avanzamenti lentissimi: per un chilometro si procede a un metro o due al giorno. Nel cunicolo esplorativo, però, si è appena concluso un sondaggio con avanzamento carotato e si è visto che, fra ottanta metri, la roccia dovrebbe migliorare.

Poi si galopperà. Una volta terminato il tratto di roccia fagliata si proseguirà fino al materiale pietroso veramente buono, dopodiché si avanzerà con le frese Tbm, circa decuplicando la velocità, ossia i metri scavati al giorno. Sia nel cunicolo di esplorazione che nelle canne per i treni si passerà - circa - da uno a dieci metri in 24 ore.

Oltrebrennero. In Austria si sta scavando la galleria di accesso di Wolf; e nelle filladi quarzifere si sta avanzando col cunicolo esplorativo da Innsbruck verso nord; e si è scavata anche la galleria di accesso di Ahrental. Ora si sta lavorando alla galleria di soccorso per la circonvallazione di Innsbruck, che ha anche una galleria di accesso ad Ampass, pure questa già scavata.

Arrivano le frese. Nel prossimo lotto, oltre ad andare verso Nord, da Mules si proseguirà pure verso Sud. In questi ultimi tempi sono già stati scavati due grandi cameroni, dove saranno assemblate le frese Tbm. Più che grandi, i cameroni sotto roccia sono enormi: larghi 21 metri, alti 18 (come un palazzo di sei piani), lunghi 180 metri. La sezione è di 320 metri quadrati, come fossero quattro appartamenti medi messi assieme. In azione a sud di Mules ci sarà una fresa, che scaverà prima una delle due canne per i treni, poi, dopo essere stata smontata e rimontata, tornando indietro verso nord scaverà l’altra canna ferroviaria. Per la parte a nord di Mules, una fresa verrà utilizzata per il cunicolo, che verso sud è già stato scavato, mentre se ne useranno due per le gallerie di linea dei treni.

Tempi. La data prevista per la fine lavori, per così dire chiavi in mano, è il 2027. Lo scavo durerà almeno altri sette-otto anni. Su questo aspetto proprio stamane, a Sarentino, si terrà un importante convegno, cui parteciperanno politica, tecnici, Autobrennero. E si forniranno dati prospettici più precisi.

Miliardi di euro. Ma come sta andando, dal punto di vista di finanziamenti, di bandi, di gare? Risponde il direttore dell’osservatorio Bbt, Martin Ausserdorfer. In provincia di Bolzano si è già completato il lotto Aica-Mules, si è completata la finestra di Mules, e attualmente si stanno terminando i lavori per l’attraversamento della linea periadriatica a Mules. Un lotto, questo, da 70 milioni di euro, realizzato da imprese locali (Pak e Oberosler). Prima di Natale si è consegnato e firmato il contratto da 300 milioni di euro con le ditte Impregilo, Strabag e Salini per il sotto-attraversamento dell’Isarco (la linea ferroviaria, scendendo dal Brennero, passerà dalla sinistra alla destra orografica del fiume). Contemporaneamente, in Austria è stato stipulato il contratto per il lotto Tulfes-Pfons, per 370 milioni e 38 chilometri di galleria. Entro i primi mesi di quest’anno, il Bbt metterà sul mercato il tratto Mules-Brennero, l’ultimo lotto rimanente per le gallerie principali e il cunicolo esplorativo sul lato italiano. Una gara da 1,4 miliardi di euro. Poi non ci saranno altri lavori civili da appaltare. Questo ultimo lotto durerà sette-otto anni. Ma come sede appaltante, il Bbt non dovrà indire più alcuna altra gara. Poi si dovrà soltanto lavorare. In Austria, entro l’anno è previsto di mettere in gara l’ultimo grande lotto, da Steinach al Brennero, per 1,8 miliardi. Finora i finanziamenti non sono mai mancati, nel senso che non si sono registrati rallentamenti al cantiere. Insomma, si procede come da programma di costruzione.

Finanziamenti. In Italia, grazie allo Sblocca Italia, al Bbt sono andati 270 milioni. Il decreto impone di appaltare prima di aprile e consegnare i lavori prima di agosto. Ci sono poi ulteriori 570 milioni inseriti nella legge di stabilità. Abbastanza per indire tutte le gare. L’Ue infatti, che finora ha sempre trainato, ha garantito di continuare a pagare il 40% se lo stato italiano coprirà il resto. In Austria vigono sistemi diversi: un piano pluriennale per le infrastrutture. Nel quale sono già a disposizione gli 1,8 miliardi necessari.

Un’altra dimensione. Insomma, «siamo molto più avanti di quanto comunemente si creda. Basta visitare il cantiere: a Mules sono già pronte entrambe le caverne per montare le frese, il cunicolo attraversa la periadriatica, stiamo terminando il lotto più complesso da costruire, perché, geologicamente, passiamo dall’Africa all’Europa. Qui, purtroppo, non c’è granito di Bressanone, scisto o gneiss. Nella faglia siamo andati avanti di due metri in ventiquattro ore. Una fresa, in ventiquattro ore, ne fa venti di metri. C’è una bella differenza... Negli ultimi due anni c’è stata una produzione molto di precisione. Con le frese entreremo in un’altra dimensione».

Forte umidità, a 25 gradi. Basta inoltrarsi, per capire. Macché galleria: pare di entrare in una città sotterranea. Al lavoro 50 persone a turno, tre turni spalmati sulle 24 ore, tutti i giorni, compresi sabato e domenica. Si lavora sempre, tranne Natale e Ferragosto. In tutto, 200 uomini impegnati. Dentro, sottoterra, ci sono 24-25 gradi. È la geotermia. Talmente umido, lassotto, che l’obiettivo della fotocamera reflex si annebbia subito e non si riesce a scattare. Un impressionante via vai di mezzi pesanti, incroci, ci sono pure i semafori. Si lavora, lassotto, eccome.

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