LA SENTENZA

Caccia a specie protette, Durnwalder dovrà pagare 500mila euro

Condannati l'ex presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, e l'ex direttore dell'ufficio caccia e pesca della Provincia, Heinrich Erhard per i decreti emessi fra il 2010 ed il 2014, con i quali veniva autorizzata la caccia di specie faunistiche protette.



BOLZANO. La prima sezione centrale d'appello della Corte dei conti ha condannato l'ex presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, e l'ex direttore dell'ufficio caccia e pesca della Provincia, al pagamento di oltre un milione di euro quale risarcimento del danno erariale provocato dai decreti emessi fra il 2010 ed il 2014, con i quali veniva autorizzata la caccia di specie faunistiche protette.

I decreti consentivano, in particolare, il prelievo al di fuori del periodo consentito (per la volpe, il merlo, la cornacchia e la ghiandaia) o autorizzavano espressamente l'abbattimento (per il cormorano, il tasso, la marmotta, la faina e lo stambecco).

La sentenza accoglie il ricorso della procura regionale della Corte dei conti contro la sentenza di primo grado, che aveva condannato Durnwalder ed Erhard al pagamento di 6.192 euro ciascuno, e si richiama alla normativa nazionale (legge 968/1977 ribadita dalla legge 152/1992) secondo cui «la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale». «La regola generale - secondo i giudici della prima sezione centrale d'appello - è, quindi, il divieto di abbattimento di singoli animali». Le deroghe a tale regola devono essere giustificate cosa che, non sarebbe avvenuto nel caso dei decreti della Provincia di Bolzano, tanto che nella sentenza di parla di «totale assenza o inadeguatezza dell'istruttoria e della motivazione» dei provvedimenti che hanno consentito l'abbattimento. «L'abbattimento degli animali - affermano i giudici d'appello della Corte dei conti - veniva sistematicamente disposto senza che ne ricorressero i presupposti».

La sentenza accoglie quindi la quantificazione del danno operata dalla Procura regionale pari a 1.136.250 euro. Durnwalder e Erhard sono stati condannati a pagare 568 mila euro ciascuno. Nell'appello si erano costituite in giudizio anche la Lav e la Lac.

La reazione alla sentenza.  «Un risultato senza precenti che inchioda gli amministratori alle proprie responsabilità per l'uccisione di migliaia di animali, in violazione delle costanti bocciature della giustizia amministrativa». Lo afferma la Lega antivivisezione che si era costituita in giudizio contro l'ex presidente della Provincia di Bolzano e l'ex direttore dell'Ufficio caccia e pesca. «Auspichiamo che questa storica condanna - afferma la Lav - rappresenti un preciso monito agli attuali amministratori della stessa Provincia di Bolzano e della vicina Provincia di Trento, a non approvare le proposte di legge per l'uccisione di lupi e orsi, specie protette a livello nazionale ed europeo».

«Anche in questi casi - avverte la Lav - le responsabilità ricadrebbero su tutti gli assessori ed i consiglieri provinciali che decidessero di votare favorevolmente agli abbattimenti». Tornando alla sentenza della Corte dei conti, secondo la Lav essa è «un risultato senza precedenti che riconosce, per la prima volta in Italia, il danno erariale causato da un'amministrazione pubblica che, scriteriatamente e a più riprese ha proposto e approvato decreti di autorizzazione all'uccisione di animali di specie protette, come marmotte e stambecchi, incurante delle costanti bocciature della giustizia amministrativa». 













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