il caso

Definì nazisti gli Schützen, altoatesino paga un risarcimento e si scusa

Il quarantenne di lingua tedesca aveva lasciato un commento anonimo a una notizia pubblicata sul web. L’avvocato dello Schützenbund Canestrini: “Un paragone privo di ogni fondamento” (foto repertorio)



BOLZANO. Si conclude con un risarcimento "a cinque cifre" e una lettera di scuse la causa a carico di un altoatesino accusato di diffamazione nei confronti degli Schützen: commentando sul portale web di un giornale locale la notizia relativa all'elezione del nuovo comandante dei cappelli piumati, nell'aprile 2019, l'uomo aveva definito gli Schützen un "pericolo per la società" equiparandoli espressamente a "nazisti e fascisti".

L'imputato, un quarantenne di lingua tedesca, aveva scritto il commento in forma anonima, forse convinto di riuscire così ad evitare conseguenze, ma è stato invece facilmente identificato nel corso delle indagini, scaturite dalla denuncia dello Schützenbund, rappresentato dagli avvocati Nicola Canestrini e Lorenz Ebner.

In un primo momento avevano ipotizzato di chiedere 200 euro di risarcimento per ciascuno dei quasi 5.000 Schützen. Gli Schützen, pubblicando la lettera di scusa, si dicono soddisfatti dell'accordo raggiunto e annunciano che il risarcimento sarà donato tramite il Herz-Jesu-Notfonds (fondo d'aiuto del Sacro cuore), in favore di Schützen che si trovano in grosse difficoltà.

"Ognuno ha il diritto e anche il dovere di criticare. Parificare gli Schützen con i nazisti non è però una critica ma un reato penale per un paragone privo di ogni fondamento", afferma Canestrini.













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