centrodestra

«FdI in giunta bene così: L’autonomia ora è territoriale»

La senatrice (Coraggio Italia) promuove la svolta: «Galateo è l’espressione della destra post Msi, è un moderato». Su Gazzini commissario di FI: «È un liberale, come il partito all’inizio»



BOLZANO. «Matteo Gazzini? Lo conosco da bambino. Il papà è stato tra i fondatori della mia Forza Italia a Bolzano». Siamo nel 1994. E Berlusconi era lui. Michaela Biancofiore (eletta al Senato con Coraggio Italia dopo l’uscita da Forza Italia) dice “mia”, perché considera quella degli ultimi tempi un’altra cosa. «Forza Italia era il partito della rivoluzione liberale, ha voluto essere una brutta copia della Dc. Michaela Biancofiore in questi giorni è ad Atreju, la festa di FdI e della Meloni a Roma. L’hanno invitata a parlare.

È contenta della decisione di Tajani?
Gazzini commissario di Forza Italia? E come no. Finalmente l’uomo giusto al posto giusto.

Perché?
Gazzini è un liberale. Meglio: un liberale di destra. Era ora. Forza Italia era nata per essere così. Poi ha tradito la sua funzione direi rivoluzionaria.

Addirittura.
Certo, la rivoluzione liberale. Quando si diceva Berlusconi e si scriveva Biancofiore questo era l’orizzonte.

Si scriveva Biancofiore?
Nel senso che era naturale identificarmi con lui.

FI ha avuto 14 commissari in meno di 30 anni. Un po’ anomalo no?
Io sono stata uno di quelli. Ma con me nel 2006 abbiamo preso 31mila voti. Il primo partito dopo la Svp, non so se mi spiego.

E dopo?
Sono arrivati quelli che non c’entrano nulla con FI.

Anche quelli che hanno protestato per l’arrivo di Gazzini? Soprattutto. Si lamentano di uno che considerano un intruso ma, per dirne un paio, Alberto Sigismondi viene dal Msi, Carlo Vettori dalla Lega. Hanno usato gli stessi metodi. Direi di intromissione. E FI è stata usata come un tram da chi voleva essere eletto. Nessuna idea, nessuna passione.

Lei è stata allontanata da FI ad un certo punto.
Come no. Era il 2006. La notte di Natale. Ma poi si sono visti i risultati. Io ho sempre tentato di interpretare il berlusconismo autentico. Gli altrui no. Ecco i risultati.

Gazzini ce la farà a risollevare un partito uscito con le ossa rotte dalle provinciali?
Quando è passato Attila, è difficile che ricresca l’erba. Incontrerà difficoltà. Ma lui ce la può fare. Se resta se stesso.

Lei è ora da Atreju, la manifestazione della nuova destra meloniana. I meloniani a Bolzano stanno facendo la giunta.
Era ora. Finalmente la guerra è finita. FdI non è il vecchio Msi. Giorgia Meloni ha condiviso i valori dell’autonomia. È una destra democratica, che sta in Europa. E la premier è ricevuta con tutti gli onori.

E a Roma?
Ero in parlamento ad ascoltarla. Era impegnata nel “premier time” in Senato, secoli che non avveniva una audizione diretta.

Ebbene?
Meinhard Durnwalder l’ha apprezzata. Conosce le sue posizioni intorno al ripristino delle competenze autonomistiche. E anche Julia Unterberger, ala sinistra della Svp, ora ammette che l’autonomia non è in pericolo con questo governo.

Perché questa possibile nuova coalizione sta procedendo?
Perché l’autonomia sta diventando territoriale, i problemi degli italiani sono uguali a quelli dei tedeschi e dei ladini.

Quali problemi?
Il lavoro, la sicurezza, la gestione dell’immigrazione, la casa. Non è più questione di etnia. La gente che ha paura ad uscire di casa o ad andare ai giardini è la stessa a Roma e a Bolzano.

Galateo assessore?
È l’espressione della nuova destra post Msi. Cresciuto nell’autonomia. È il più moderato...
P.CA.













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