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Kompatscher presidente della Regione, ma la maggioranza cola a picco

I franchi tiratori tengono in scacco la coalizione. Mancano i voti. Il governatore: «Ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo». Formata la Giunta, per l’Alto Adige ci sono anche Locher e Gennaccaro. Respinta la mozione di sfiducia delle opposizioni contro Paccher

GLI ELETTI. Arno Kompatscher presidente, come vice Zanotelli e Locher


Sara Martinello


Bolzano. Si è sciolta come neve al sole, la maggioranza nel Consiglio regionale. È crollata sotto i colpi dei franchi tiratori. Tornati nei ranghi solo dopo aver dimostrato di che cosa sono (e saranno) capaci. Si dice che almeno un paio siano altoatesini, che nella Svp sia già partita la caccia alle streghe. Si dice che per dimostrare fedeltà o per scrollarsi di dosso i sospetti alcuni consiglieri abbiano lasciato la scheda aperta sul nome del candidato presidente. Perciò Arno Kompatscher è stato eletto presidente della Regione, ma solo al terzo tentativo con 36 voti su 70. «Ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo», il commento del governatore dopo una giornata estenuante. La maggioranza conta 39 consigliere e consiglieri, ieri tutti presenti. Mancavano solo tre esponenti dell'opposizione: assente illustre l'ex assessore della Svp Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann), poi Renate Holzeisen (Vita) e Lucia Coppola di Avs. A mano a mano che si procedeva con le votazioni, diversi consiglieri dell'opposizione hanno abbandonato l'aula.

Alla prima votazione Kompatscher ha ricevuto solo 35 preferenze. Mancavano quattro voti alla maggioranza politica e uno per l'elezione. Kompatscher ha convocato d'urgenza una riunione dell'intera coalizione. La seconda è stata annullata su richiesta delle opposizioni per il problema di alcune schede rese riconoscibili. Quindi è stata ripetuta. Kompatscher ha ottenuto 36 voti, il minimo indispensabile.Il resto della giunta è venuto da sé, una volta finita la prova di forza dei ribelli. Salvo qualche sgambetto qua e là: 38 voti per la leghista Giulia Zanotelli, che rappresenterà l'esecutivo provinciale trentino e potrebbe intestarsi l'ambita delega sulla previdenza, 37 per Angelo Gennaccaro (Civica, potrebbe avere le deleghe che erano di FI, quindi cooperazione internazionale e biblioteche). Appena 36 voti, e solo alla seconda chiama, per Carlo Daldoss, probabile assessore regionale all'integrazione europea. Parla la tessera di partito: Daldoss è di Fratelli d'Italia. I voti mancanti potrebbero annidarsi tra i sudtirolesi con i loro mal di pancia come nel litigioso centrodestra trentino. I 40 voti per Franz Locher (Svp, quasi certo di ottenere la competenza sui Comuni) sono parsi quasi un plebiscito, a questo punto. Infine, 38 schede per il ladino Luca Guglielmi (Fassa, tutela delle minoranze). Kompatscher sarà presidente della Regione per la prima metà della legislatura (indicativamente fino all'autunno del 2026) . Poi a lui e a Giulia Zanotelli subentreranno Maurizio Fugatti (Lega) e un'assessora altoatesina (Rosmarie Pamer o Magdalena Amhof, Svp). Solo dopo le 22 è arrivato il fatidico via libera alla compagine degli assessori, ponderata con precisione chirurgica per salvare equilibri politici delicatissimi. E si è visto... L'operazione maggioranza parte in salita, dunque. Il messaggio è chiaro: qualcuno nella maggioranza è pronto a far saltare tutto.

Nel suo intervento programmatico da presidente in pectore, aveva rivendicato la necessità di una riforma degli statuti di autonomia che decomprima le competenze autonomistiche a mano a mano erose negli ultimi vent'anni. Poi, in tema di ordinamento dei Comuni, la semplificazione, e ancora il personale della giustizia, l'integrazione europea, la tutela delle minoranze, la promozione dello studio tra i più giovani. La concessione autostradale con il project financing, e la Regione a fare da coordinatrice tra le due province.Eppure la giornata si era aperta in modo piuttosto sereno. Era stata respinta la mozione di sfiducia delle opposizioni contro il presidente dell'assemblea Roberto Paccher (Lega) e il suo vice Josef Noggler (Svp), poi emendata dal Pd perché non sarebbe stato possibile sfiduciarli entrambi. Erano state accolte le dimissioni di Philipp Achammer (prossimo a dimettersi anche da Obmann della Svp) come segretario questore, ruolo in cui ieri è stato eletto - con 35 voti - Luis Walcher (Svp).

Al di là delle debite considerazioni sulla tenuta della maggioranza, le opposizioni altoatesine ragionano sui temi della legislatura appena iniziata. «Ora l'autonomia che vogliono sviluppare si deve rapportare a un governo che si intende di una nazione. Questo per una regione autonoma non è indifferente», esordisce Brigitte Foppa (Verdi), «E poi la Regione è stata intesa come serbatoio di posti per chi non ne aveva avuti in Provincia. Dobbiamo inferire che la Regione quindi è di serie B? Con la tremenda vicenda delle donne "dimenticate" che ha dimostrato che senza quote il genere è solo uno: quello maschile».

Sandro Repetto (Pd) osserva: «Muore la staffetta dei presidenti, per meri accordi politici, perché le donne sono viste come ancelle». E sui pilastri della presidenza di Kompatscher: «L'operazione sull'autonomia dovrà essere partecipata. Bene l'apertura a un bacino di utenza più ampio per l'Euregio, anche se poi basta la vicenda del leghista Salvini sui tir al Brennero per dimostrare come le realtà territoriali vengono bypassate».

Caustico Paul Köllensperger (TeamK): «Dopo ben 143 giorni, e lo spettacolo indecente intorno alla presenza di una donna in giunta, questione poi risolta con una soluzione minimalista e deludente, abbiamo potuto ascoltare il discorso di Kompatscher. Ha ripetuto quanto già detto nel 2013 e nel 2018. Non fa differenza se ogni volta aveva partner di coalizione diversi, finirà nel cassetto come i programmi precedenti. Sempre terra di nessuno sarà la giustizia».













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