la crisi

La caduta del “Mida” austriaco Benko e di Signa: il colosso immobiliare dichiara il fallimento

Il gruppo Signa, a corto di liquidità, è alla disperata ricerca di 500-600 milioni di euro per onorare i debiti in scadenza
LA PROCEDURA Ufficializzato il crac
LA DECISIONE Benko cede l'11%. "Nessuna conseguenza sul Waltherpark"
GERMANIA Bloccato il cantiere dell’Alte Akademie a Monaco di Baviera

LA CRISI Rischio di altre insolvenze per il colosso immobiliare Signa


Stefan Wallisch


BOLZANO. Il caro mutui e la crisi del mercato immobiliare hanno fatto una vittima illustre. La Signa Holding del magnate austriaco René Benko ha annunciato l'apertura di una procedura di insolvenza. "Nonostante i notevoli sforzi compiuti nelle ultime settimane, non è stato possibile ottenere la liquidità necessaria per una ristrutturazione extragiudiziale in misura sufficiente", si legge nel comunicato stampa.

Il gruppo Signa, a corto di liquidità, è alla disperata ricerca di 500-600 milioni di euro per onorare i debiti in scadenza.

Fino a pochi mesi fa l'ascesa del 47enne sembrava inarrestabile. Benko era considerato un Mida dei nostri tempi. Nasce a Innsbruck nel 1977 in un ambiente di piccola borghesia (il padre impiegato comunale e la madre educatrice), a 17 anni lascia la scuola e intraprende i primi passi nel settore immobiliare. Fa i suoi primi soldi trasformando soffitti in attici di lusso. Nel cuore della sua Innsbruck abbatte e ricostruisce con standard moderni il centro commerciale Tyrol. Nel 2004 nasce il fondo immobiliare Signa:01 Propery Fund per il quale cerca e trova investitori.

Tutto quello che René tocca diventa un successo e porta soldi. Il patrimonio del tirolese continua ad aumentare. Nel 2014 compra la famosa catena tedesca di negozi Karstadt, che si trova in forte difficoltà economiche. Nel 2019 acquisisce assieme alla Rfr Holding il Chrysler Building a New York. Il tirolese investe però anche in realtà minori come nell'aeroporto di Bolzano e nel nuovo centro commerciale Waltherpark nel centro storico del capoluogo altoatesino.

Il suo impero ormai è composto da centinaia di società. Questa ramificazione a livello internazionale renderà - secondo esperti - molto difficile la procedura di insolvenza.

All'ascesa segue però la caduta. Per colpa dell'aumento dei tassi di interessi e il rallentamento sul mercato immobiliare Benko si trova improvvisamente in difficoltà a trovare nuovi investitori e a rispettare gli impegni presi. Secondo Forbes, il patrimonio del 47enne, che la scorsa estate era ancora stimato con 5,5 miliardi di euro, nel giro di pochi mesi è crollato a 2,6 miliardi.

Nelle scorse settimane sono anche cresciuti i malumori tra i suoi soci. Uno dei primi a chiedere un radicale cambio di rotta, nella speranza di salvare il salvabile, è stato il 're dell'asfalto' austriaco e bolzanino di adozione Hans Peter Haselsteiner. Secondo il settimanale Der Spiegel, alcuni investitori stanno valutando una causa contro Benko per ritardo nella presentazione della domanda di insolvenza.

Mentre ad Amburgo e a Monaco prestigiosi mega progetti, come il grattacielo Elbtower, sono fermi e rischiano di restarlo a lungo, al Waltherpark di Bolzano i lavori proseguono. "Il cantiere continua senza alcun problema. Viene infatti gestito direttamente e autonomamente in Italia", tranquillizza Heinz Peter Hager. Il commercialista a capo di Signa Italia ribadisce che il progetto è al sicuro da eventuali rivendicazioni dall'estero.













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