Infanzia

Laives, il Comune vuole ampliare l’asilo nido: «Aiuterebbe molte famiglie»

La giornata di porte aperte alla struttura di via Nazario Sauro ha visto molti genitori in visita per conoscere gli orari e le proposte. L’assessora Furlani: «Un servizio di qualità grazie alle operatrici, l’abbiamo migliorato con il nuovo regolamento»

BILANCI Asili nido, i posti non bastano: 150 famiglie rimaste fuori 



LAIVES. La giornata delle porte aperte al nido comunale di Laives (e alla sezione di Pineta) sabato 23 marzo ha fornito l'occasione a tanti genitori di visitare le strutture e incontrare le operatrici per conoscere meglio il servizio che viene offerto e tutti i dettagli delle proposte didattiche rivolte a bambini che hanno un'età da zero a tre anni.

Proprio il nido comunale è una delle proposte di eccellenza del Comune di Laives, Comune che, assieme agli altri principali, aveva lottato a lungo con la Provincia per mantenerlo, un servizio rivolto alle famiglie con figli molto piccoli, sempre molto "gettonato". Per l'occasione, accanto alla direttrice Daniela Marchelli, è arrivata l'assessora al sociale e alla scuola Claudia Furlani. Ma perché l'asilo nido è così richiesto, tanto che ci sono anche famiglie in lista di attesa che si liberi uno dei 60 posti nominali (15 quelli della sezione di Pineta)?

"Perché - spiega Furlani - è prima di tutto un servizio di alta qualità grazie alle operatrici - una per ogni 5 bambini - e poi perché offre orari di ingresso e uscita flessibili, orari che quindi si adattano alle esigenze delle famiglie. Abbiamo anche modificato recentemente il regolamento e adesso ad esempio, se un bambino rimane a casa per malattia, lo sconto del 50 per cento sulla tariffa scatta già dopo il terzio giorno di assenza. Durante i mesi estivi poi quando gran parte delle persone è in ferie, con un preavviso di una settimana, per due settimane di assenza non si paga la retta".

Furlani da tempo sta "cullando" un desiderio riguardo al nido comunale: "Poter ampliare la struttura di via Nazario Sauro - spiega - idea che intanto non ci consentono di realizzare le normative provinciali e che potrebbe invece andare incontro ad ancora più famiglie".













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