Il caso

Le commissioni pari opportunità: «Inaccettabile una giunta regionale senza donne»

Appello alle due Province: «Va data rappresentanza a tutte le parti della nostra società. Così si prendono decisioni migliori». Unterberger: «Risultati evidenti con la doppia preferenza di genere» (nella foto, la precedente giunta regionale con Waltraud Deeg)

LA SVP Il partito indica due uomini, Kompatscher e Locher
LA PETIZIONE “No a una giunta senza donne”



BOLZANO. «Nella Regione Trentino-Alto Adige più della metà della popolazione è di genere femminile. Una società democratica vive grazie alla partecipazione delle sue cittadine e dei suoi cittadini. Entrambe le Province non possono permettersi di rinunciare alle capacità e alle competenze delle donne negli organi politici». Lo scrivono, in una nota, le presidenti delle Commissioni provinciali per le pari opportunità di Bolzano e Trento, Ulrike Oberhammer e Paola Maria Taufer, citando anche il Piano d'azione per la parità di genere dell'Alto Adige Aequitas.

La presa di posizione arriva all’indomani della decisione dell’esecutivo Svp, che per la giunta ha indicato due uomini, il presidente Kompatscher e Franz Locher. Ai due nomi si aggiungerà per la parte altoatesina quello di Angelo Gennaccaro (La Civica), frutto di un accordo di coalizione. Per la Svp, che la scorsa legislatura garantì la rappresentanza femminile con l’assessora Waltraud Deeg, questa volta dev’essere Trento a farsi carico di rappresentare le donne nell’esecutivo regionale, ipotesi che pare lontana. 

«I comitati con pari rappresentanza - aggiungono le commissioni pari opportunità - prendono decisioni migliori». L'appello di Oberhammer e Taufer è quindi quello di «votare consapevolmente una donna per la Giunta regionale. Solo così sarà possibile garantire che nei prossimi cinque anni tutte le parti della nostra società saranno rappresentate nella Giunta. Il ritorno ad una Giunta regionale senza rappresentanza femminile è inaccettabile, anche e soprattutto perché siamo nell'anno 2024». 

Critica la senatrice Svp Julia Unterberger: «L'esempio del Trentino-Alto Adige dimostra quanto siano importanti le misure positive per la rappresentanza femminile». «Nella provincia di Trento - aggiunge - la legge elettorale prevede la doppia preferenza di genere: se vengono espressi più voti di preferenza, questi devono essere divisi tra entrambi i sessi. Questa misura ha aumentato la percentuale di donne elette nel Consiglio provinciale di Trento, passate da 9 a 14, con una percentuale del 40% sugli eletti. La legge elettorale per il Consiglio provinciale della provincia di Bolzano, invece, non prevede la doppia preferenza di genere. Di conseguenza, la percentuale di donne lette in Consiglio è rimasta ferma al 30% da quando è stato introdotto l'obbligo di riservare all'altro sesso il 30% delle candidature nelle liste. Alle ultime elezioni, in pratica, sono state elette solo 10 donne su 35 membri». Invece, evidenzia Unterberger, «se si guarda al numero di donne nelle giunte delle due province, Bolzano con 3 donne, a differenza di Trento che ne ha solo 2, ottiene risultati nettamente migliori. E questo nonostante la percentuale di donne in Consiglio provinciale, pari al 40%, superi quella di Bolzano del 10%. Come mai? Perché esiste una disposizione, nella legge elettorale della provincia di Bolzano, secondo la quale la percentuale di donne nella giunta provinciale deve rispecchiare quella del Consiglio provinciale. Non esiste un passaggio simile nella legge elettorale di Trento. Se ci fosse, il numero di donne nella giunta provinciale dovrebbe essere doppio rispetto a quello attuale».













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