il caso

Lupi, la Lav annuncia un ricorso al Tar contro la legge altoatesina sui pascoli protetti

Obiettivo bloccare il primo abbattimento: “Quel decreto è una farsa" (foto Ansa)

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BOLZANO. "È ormai chiara la strategia della politica altoatesina per poter uccidere quanti più lupi possibile su tutto il territorio provinciale, in spregio delle norme europee e nazionali di tutela". Lo sostiene la Lav che annuncia un ricorso al Tar per bloccare la possibile prima uccisione di un lupo in Alto Adige in base alla legge provinciale sulle cosiddette "zone pascolive protette".

La Lav contesta, in particolare, il decreto con cui la giunta provinciale di Bolzano, lo scorso 17 agosto, ha definito quali zone ricadono sotto protezione. "Con tale documento la Provincia stabilisce che ben nel 98% delle malghe presenti sul territorio diventa legittima l'uccisione dei lupi", sostiene l'associazione animalista che giudica inadeguati, definendoli "una farsa" anche i criteri stabiliti dalla delibera dell'8 agosto per definire "le zone pascolive protette".

"Per rientrare tra il 98% delle malghe dove sarà possibile uccidere i lupi, infatti - spiega la Lav - è sufficiente che nel territorio della malga sia presente, ad esempio, un corso d'acqua o un sentiero, oppure la mancanza di una cuccia adeguata per il cane da guardiania. E per rientrare in quella percentuale è anche sufficiente che il 10% del territorio della malga sia coperto da boschi o da terreni sassosi". "Nel 2022 tramite un accesso agli atti - riferisce una nota - Lav aveva potuto dimostrare che nelle 1.488 malghe attive in tutta la Provincia, gli allevatori avevano in carico solamente 33 recinti anti-predazione, evidenziando così le loro dirette responsabilità degli atti predatori compiuti dai lupi".

"La giunta provinciale di Bolzano, evidentemente in pieno furore pre-elettorale e alla spasmodica ricerca di voti, sembra abbia solamente messo la firma ad atti scritti sotto dettatura dagli allevatori che non hanno alcuna intenzione di adottare le misure di prevenzione delle predazioni - dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav animali selvatici - una vera e propria guerra scatenata da anni anche attraverso slogan e immagini truculente in tutta la provincia, giunge ora all'apice con la decisione di uccidere il primo lupo".













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