Bus sul Corso superiore, cresce il partito del «sì» 

La Sasa preme per riaprire il passaggio ai suoi mezzi, la bozza del Put lo ipotizza Spallate sempre più forti: traballa la Ztl sostenuta dai commercianti


di Giuseppe Rossi


MERANO. La strategia di accerchiamento attorno alla zona a traffico limitato di corso Libertà superiore per reintrodurre il passaggio dei mezzi di trasporto pubblico tra piazza della Rena e piazza Teatro si fa sempre più stringente. Nonostante i commercianti difendano a spada tratta l’assoluta assenza di mezzi a motore in transito e la Svp meranese faccia fatica, dopo il provvedimento di chiusura, a tornare sui suoi passi, l’aria che tira in città e a livello politico sembra essere cambiata. L’ultimo affondo contro l’isola pedonale chiusa ai bus pubblici ha avuto per protagonisti in consiglio comunale i vertici della Sasa, la società a capitale pubblico che gestisce i trasporti pubblici di Merano, Bolzano e Laives. Nel corso della propria relazione annuale prima il responsabile linee Sasa Alex Pennati, poi la direttrice Petra Piffer hanno sparato a zero contro l’isola pedonale. Pennati ha sostenuto che la chiusura di corso Libertà superiore ai mezzi Sasa «ha allungato il percorso della linea 1 con conseguenti ritardi, la frequenza della linea 3 è passata da 15 a 20 minuti e due fermate centrali sono state cancellate. Gli autobus sono costretti a percorrere 500 metri in più con un allungamento dei tempi di percorrenza di 2-3 minuti».

Per la direttrice Petra Piffer inoltre «l’apertura al transito degli autobus di linea di corso Libertà superiore è l’unica strada per garantire un trasporto pubblico funzionante, attrattivo e alternativo all’uso dell’auto privata».

Alle prime aperture contenute nella bozza del nuovo Piano urbano del traffico presentato di recente in sala civica dall’ingegner Stefano Ciurletti, le voci a favore del ritorno dei bus sono state più d’una. A dar man forte a questa ipotesi, sulla quale fino a oggi i Verdi e l’assessora alla mobilità Madeleine Rohrer non si sono mai espressi in maniera definitiva, ci pensa nientemeno che il Piano provinciale della mobilità varato all’inizio del 2018 dalla giunta provinciale. «Le linee urbane di Merano – si legge in un passaggio del documento – soffrono di deficit strutturale per sistematicità, chiarezza e interazione tra linee. In passato sono stati fatti adattamenti per input o desideri esterni. Un esempio è la chiusura della parte superiore di corso Libertà, che ha portato notevoli conseguenze sulla circolazione degli autobus». In un altro punto del piano della mobilità provinciale viene poi ribadito che «le linee urbane sono fortemente concentrate su due corridoi tra stazione ferroviaria e centro, dove si registra un eccesso di offerta. La chiusura di corso Libertà obbliga i mezzi pubblici a percorsi più lunghi senza fermate efficaci, ritardi e calo conseguente della domanda».

In consiglio comunale l’assessora Rohrer ha ripetuto che «è importante tenere in considerazione lo sviluppo demografico di Merano e l’incremento del 30% delle persone anziane. Le strade sono quelle che sono, strette e non moltiplicabili. Con il Put in rielaborazione la città deve decidere il ruolo da dare al trasporto pubblico: un servizio di nicchia come oggi con solo il 9% di modal split (ripartizione dell’uso dei trasporti, ndr) o la spina dorsale della mobilità a Merano?». Non ultimo, anche nelle integrazioni dello studio di fattibilità sull’impianto a fune Merano-Scena viene indicata come collegamento alla rete dei bus una fermata in corso Libertà superiore, all’altezza di via Cassa di Risparmio.

Il sasso, per così dire, è lanciato. Sarà il piano urbano del traffico, che l’ingegner Ciurletti punta a completare e consegnare alla giunta comunale entro la fine dell’anno, a dire l’ultima parola.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità