Case di riposo, «congelata» la lista d’attesa unica 

La Provincia chiede liste trasparenti ma solo a livello di singole strutture Resta ora da capire se la giunta meranese abbandonerà o meno il progetto


di Giuseppe Rossi


MERANO. L’inizio del nuovo anno arriva senza che l’amministrazione comunale del sindaco Paul Rösch e l’assessore al sociale Stefan Frötscher siano riusciti a introdurre il criterio della lista unica nell’accoglienza di persone anziane presso le case di riposo della città. Ma se era difficile centrare questo obiettivo lo scorso anno per la ritrosia di diverse strutture, ognuna gelosa del proprio orticello, ora lo sarà ancora di più. La giunta provinciale, infatti, a pochi giorni dalla fine del 2018, ha approvato la delibera che contiene le nuove disposizioni sulle residenze per anziani dell’Alto Adige. E il capitolo riservato proprio alle liste d’attesa in questo senso è sibillino: “Ogni residenza – si legge nel documento – è tenuta a formare e gestire una lista d’attesa trasparente secondo i criteri unici provinciali contenuti nell’articolo 8”. Quindi, nessuna citazione su possibili liste uniche a livello provinciale o comunale, ma almeno criteri unici, questo sì, per creare liste d’attesa parallele tra le diverse case di riposo e trasparenti. Resta pertanto tutto nelle mani della politica meranese portare a più miti consigli St. Elisabeth per il Martinsbrunn, residenza Eden, Bethanien e strutture minori. L’unica fondazione che sin dall’inizio si è dichiarata favorevole alla lista unica d’accesso, anche perché espressione con il proprio consiglio d’amministrazione del Comune di Merano, è stata la fondazione Pitsch. Ma vediamo quali sono i criteri unificati per delibera provinciale per formare le liste d’attesa per l’accesso alle residenze per anziani. Il massimo punteggio raggiungibile è di cento punti, 40 vengono attribuiti in base al livello di non autosufficienza del futuro ospite, 10 per ogni livello. Trenta punti vengono assegnati in base alla situazione familiare e sociale dell’anziano: 10 per la situazione abitativa, 10 per la non sostenibilità a casa con i familiari e 10 per le difficoltà personali. A discrezione possono essere assegnati in questo capitolo per situazioni particolarmente gravi altri 20 punti. Altri dieci punti vanno assegnati in base alla data di presentazione della domanda: 10 a domande datate oltre 6 mesi, 5 per quelle datate da 3 a 6 mesi e zero per quelle più recenti. Venti punti vengono attribuiti a chi presenta domanda dopo un percorso di assistenza abitativa ora non più sostenibile. Le liste d’attesa per singola casa di riposo possono essere più d’una, mirate all’assistenza intensiva, a quella estensiva, ai dementi, ai ricoveri transitori e a quelli temporanei. La delibera provinciale stabilisce anche che le residenze per anziani devono ospitare almeno 50 pazienti fino a un massimo di 150, derogabili per situazioni pregresse a 200. Il 3% dei posti letto va riservato ai ricoveri temporanei (ad esempio, l’anziano che viene seguito dai familiari a casa che si prendono due settimane di vacanza) da un minimo di 4 a un massimo di 7 posti letto. Sotto questo aspetto molte delle case di riposo meranesi devono ancora adeguarsi a questa norma. Metà delle stanze delle residenze per anziani devono essere allestite per ospite singolo con una superficie di almeno 16 metri quadri, per le doppie si arriva a 20 metri. Ogni casa di riposo deve dotarsi di una carta dei servizi trasparente ed avere personale secondo proporzioni precise: un operatore che si dedichi alle attività diurne ogni 2,5 pazienti, un infermiere ogni 10,5 ospiti e un addetto alla riabilitazione ogni 40 assistiti.













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