Col “Cura Merano” il Comune anticipa le indennità statali 

Emergenza. Il consiglio vara l’elargizione di 1000 euro a chi ancora non ha ricevuto i fondi stanziati dal governo Nel pacchetto elaborato dalle forze di maggioranza, la forte riduzione dell’Imi per esercenti e liberi professionisti


Sara Martinello


Merano. A chi ancora non abbia ricevuto gli ammortizzatori sociali e le indennità previste dal “Cura Italia” e dal “Decreto Italia” sarà il Comune ad anticipare una somma fino a 1000 euro, da restituire in quattro rate fra il 31 agosto e il 30 novembre prossimi. La proposta dell’assessore Diego Zanella (Pd) è confluita nel documento unitario presentato come articolo 23 dalle forze di maggioranza e approvato nella tarda serata di giovedì dal consiglio comunale. Un pacchetto denso di misure per la ripresa economica e sociale cittadina, frutto di trattative serrate e partorito poche ore dopo il comunicato con cui il sindaco Paul Rösch toglieva il velo alle “tre Svp” – quella dei due assessori, il gruppo consiliare e l’apparato propagandistico.

Il pacchetto di misure.

Insieme al “Cura Merano” l’ordine del giorno urgente discusso giovedì sera prevede una serie di interventi volti a tutelare diverse categorie economiche. Tra i più rilevanti, una proposta Svp “aggiustata” dall’assessore al bilancio Nerio Zaccaria (Alleanza per Merano), la richiesta alla Provincia di sospendere fino alla fine del 2020 o di ridurre a un’aliquota dello 0,1 per cento il pagamento dell’Imi per gli edifici intestati a esercenti e liberi professionisti che abbiano dovuto interrompere le loro attività a causa dell’emergenza. «I punti del nostro articolo 23 sono stati inseriti così com’erano nel documento unitario», fa notare il capogruppo della Volkspartei Karl Freund.

Quindi, il proposito di aumentare se necessario gli aiuti diretti (beni alimentari, medicinali, alloggio) e l’apertura a uno sgravio delle tariffe di asilo nido e scuola materna, acqua e rifiuti. E ancora, la sospensione della Cosap per il 2020, la promozione delle produzioni locali, una rapida riapertura delle strutture dedicate all’attività sportiva, l’incentivazione di una piena ripresa di quella ospedaliera.

La votazione.

Le firme sono quelle di Freund, di Cristina Kury, di Lucia Giampieretti e di Loris Duso. Svp, Verdi, Partito Democratico, Alleanza per Merano. È Peter Enz, transitato negli anni dalla Volkspartei alla destra tedesca dei Freiheitlichen, a introdurre al consiglio riunito il senso di smarrimento che si può provare di fronte a uno «stiamo elaborando una serie di misure» che solo giovedì sera ha trovato una traduzione più chiara. «C’è una gran confusione: che cosa fa la giunta? Possiamo avere informazioni certe e chiare di quanto state mettendo in campo? È campagna elettorale, questo presentare documenti urgenti?», protesta. Ad ogni modo, più tardi voterà a favore. Si asterranno invece Adriana Valle (M5s), in videoconferenza da casa, priva dell’ordine del giorno per complicanze tecniche dell’aula consiliare, e Francesca Schir (gruppo misto). «La giunta deliberi, non porti articoli 23 solo per rincorrere la Civica. A me questi giochi non piacciono», dirà a microfoni spenti.

Già. Perché un ordine del giorno urgente? «Perché non ci è stata concessa l’interpartitica che avevamo chiesto a fine aprile – risponde Freund –, perché in giunta abbiamo solo due voti, perché i Verdi erano totalmente contrari alla nostra prima proposta. E perché se si fosse percorsa la strada della delibera di giunta non saremmo arrivati al traguardo in tempi utili».













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