La manifestazione

Costi alle stelle per la security, salta la «Festa della Città» di Merano

Il grande evento a cadenza biennale sarebbe dovuto tornare il prossimo agosto dopo due edizioni cancellate dalla pandemia. Taranto (Unione delle Associazioni): «Troppe spese e incertezze, a malincuore dobbiamo rinunciare»

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Simone Facchini


MERANO. Torna in cantina la bottiglia per brindare al ritorno della Festa della Città dopo lo stop pandemico. L'Unione delle Associazioni Meranesi, il sodalizio che ha preso il testimone dell'evento estivo biennale dall'Unione commercianti, alza bandiera bianca a fronte di costi organizzativi schizzati alle stelle, spettri sul piano della sicurezza e un latente disimpegno - ricambio generazionale? - all'interno degli stessi club.

Una resa, ma non incondizionata: la bottiglia torna in cantina, in attesa di tempi migliori. Il buon vino, invecchiando, di norma migliora. È tuttavia una magra consolazione per chi si aspettava di rivedere il secondo fine settimana di agosto un centro animato dalla gastronomia sfornata dai club, con risultati degni di nota, dalla musica dal vivo, dall'atmosfera scanzonata. Lo è anche per quei gruppi - quanti, sarebbe difficile dirlo - che contavano sull'iniziativa per fare un po' di cassa e sostenere le proprie attività. Ma tant'è.

«Dispiace, certo - esordisce Walter Taranto, vicepresidente dell'Unione delle Associazioni capitanata da Herbert Torggler - ma alla fine abbiamo deciso, almeno per questa edizione, di gettare la spugna. Troppi costi, troppe incognite». Taranto si riferisce, sul piano contabile, all'enorme esborso destinato alla security. Esploso , per via delle normative, rispetto al passato. Calcolando che si tratta di una manifestazione con punte che possono scavallare le diecimila presenze e per più giorni, si stima una spesa di 40-50 mila euro. «Insostenibile. Per l'Unione e di riflesso per i club. Non è nemmeno possibile affidare il compito ai membri delle associazioni, serve personale abilitato».

Gli sponsor, nelle due edizioni affidate alla nuova gestione, avevano sostanzialmente coperto tutte le spese complessive, poi ogni associazione faceva i propri conti in casa. Comune e Azienda di soggiorno contribuivano mettendo a disposizione rispettivamente suolo pubblico gratis e risorse logistiche. Ma con queste cifre per la security, il banco salta. «Abbiamo comunicato la decisione all'assessore Marco Perbellini».La cassa però non è l'unico problema. Oltre alle burocrazie, un fardello sempre pesante, «serpeggia una certa apprensione. Gli episodi spiacevoli, gli alterchi accaduti in più circostanze legate a delle feste ingenera perplessità e preoccupazioni in chi deve esporsi in prima fila, i responsabili delle associazioni».

L'anno scorso alla Festa di Maia Alta alcune situazioni hanno acceso la miccia. «Non ultimo, il tema del volontariato. I tempi sono cambiati, la società è cambiata. Rispetto al passato meno persone sembrano volersi impegnare, almeno per questo genere di iniziative. Dietro a un evento del genere c'è uno sforzo enorme, sia da parte dell'Unione sia dei singoli club. L'ultima volta si erano mossi mille volontari. Ora, il ricambio generazionale è farraginoso. Mettendo insieme i vari elementi, abbiamo scelto di rinunciare. A malincuore. Ma non vorremmo fosse l'ultima parola». Chissà che, scuotendo la bottiglia, non salti il tappo.

(In copertina edizione 2016)













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