Decreto sicurezza, Balzarini «aiuta» Rösch 

Il consigliere: «Condivisibile il parere del sindaco, ma non affronta il caso nel modo più corretto»



MERANO. «Quella di Rösch e Rossi sul decreto sicurezza è una posizione condivisibile, ma il problema è che non stanno affrontando la situazione nel modo più corretto. È la legge a fornirci gli strumenti per agire a difesa delle persone svantaggiate: per sostenere le intenzioni del sindaco e del suo vice, ho pensato anch’io a un modo per contrastare il decreto Salvini». A dirlo è Giorgio Balzarini, consigliere comunale della Civica per Merano, che ricorre alla propria competenza in ambito giuridico: «Un elenco “informale” delle persone che ai sensi della nuova legge non hanno più diritto a richiedere la residenza non ha senso né valore, e non può essere d’aiuto. Però possiamo pensare all’esempio di Luigi de Magistris, che ha inviato agli uffici dell’anagrafe di Napoli una direttiva tesa a non privare i cittadini stranieri richiedenti asilo della possibilità di essere inseriti nello schedario della popolazione temporanea».

Balzarini fa riferimento all’articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 1989, n. 223, dove si indica come le persone di origine straniera “dimoranti nel comune da non meno di quattro mesi sono comunque iscritte nello schedario della popolazione temporanea quando non siano in possesso del permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno”, col solo problema dell’esclusione del rilascio di certificazioni anagrafiche. «Inoltre, l’articolo 13 del decreto sicurezza, quello contestato, prevede che l’accesso ai servizi previsti dal decreto stesso e a quelli erogati sul territorio sia assicurato nel luogo di domicilio. Per i servizi sanitari, per esempio, l’iscrizione anagrafica esclusa dall’art. 32 del Dpr non è necessaria. E non si parla solo delle prestazioni erogate dalla pubblica amministrazione come sanità, scuola, formazione anche professionale, welfare locale e centri per l’impiego, ma anche di quelle erogate da privati, come banche, assicurazioni e agenzie immobiliari. Per l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo in realtà è sufficiente il cosiddetto “modello C3”, un documento usato dalla polizia per il riconoscimento delle persone soggiornanti sul territorio nazionale in attesa del permesso di soggiorno».

Insomma, dice il consigliere della Civica, «si faccia quanto previsto dall’articolo 32. Consiglio innanzitutto di adottare questo schedario della popolazione temporanea. E propongo a Rösch di farsi promotore prima presso il Burgraviato, e poi presso il Consorzio dei Comuni, di questi suggerimenti, affinché si acconsenta che ogni profugo possa ottenere l’erogazione di tutti i servizi, come stabilito già prima del decreto sicurezza, nel 2015. E per fare chiarezza e rassicurare gli erogatori dei servizi sarebbe opportuno istituire un tavolo apposito, magari ricorrendo alla competenza professionale del consulente per lo Sprar del Burgraviato. Rösch e Rossi ci mettono il buon cuore, poi bisogna andare un po’ oltre l’approssimazione».(s.m.)













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