Falda di Sinigo, sparite le carte della bonifica 

Il caso. Scomparsi dagli uffici del municipio documenti sull’intubamento dei canali Un’interrogazione di Schir alza il velo anche sull’ipotesi di abusività dei lavori svolti trent’anni fa 



Merano. I riflettori tornano a essere puntati sui canali di bonifica di Sinigo, la cui documentazione pare essere stata tenuta nascosta o semplicemente dimenticata per anni. Si tratta del sistema di canali di bonifica, maltenuti se non addirittura chiusi o intubati negli anni Novanta per fare spazio a nuove infrastrutture e del conseguente innalzamento della falda nella frazione, con problemi crescenti di vivibilità dei residenti che abitano nella parte storica della borgata. In attesa dei risultati dello studio condotto dal geologo Ambrogio Dessì, incaricato dal Comune, emerge che il progetto originale non è più rintracciabile negli uffici municipali.

Il progetto scomparso.

Se i veli cominciano ad alzarsi è merito anche del Movimento 5 stelle, che da almeno un paio d’anni chiede ai tecnici comunali e provinciali di verificare che cos’abbia prodotto la chiusura di una serie di canali che una volta servivano per portare via l’acqua dalla zona di piazza Vittorio Veneto e che oggi, causa intubamento o chiusura, non svolgono più questa importante funzione.

Un primo segnale arriva da una risposta fornita dal sindaco Paul Rösch nei giorni scorsi alla presidente del consiglio comunale Francesca Schir (gruppo misto), che chiedeva lumi sull’intubamento di uno dei canali di bonifica, quello che scorre lungo via XXIV Maggio tra i terreni della parrocchia di Sinigo e via Cesare Battisti. Ebbene, la risposta del sindaco è disarmante. «Impossibile rintracciare in Comune il progetto originale» per lavori svolti non nel Dopoguerra, bensì all’inizio degli anni Novanta.

I lavori abusivi.

La presidente del consiglio chiedeva anche di sapere se prima di fare questi lavori fosse stata fatta una valutazione del rischio d’impatto sulla falda e se qualche autorità provinciale avesse rilasciato un apposito permesso. Dalla risposta fornita all’interrogazione da parte del primo cittadino di Merano si apprende che neppure l’Ufficio bacini montani della Provincia ha mai rilasciato un parere sui lavori e quindi neppure il permesso di intubare il canale. Lavori quindi, e fin qui non ci sono dubbi, svolti abusivamente. Ora resta da capire ad opera di chi e se sia possibile porre rimedio all’intubazione abusiva del canale, chiedendo all’autore dell’intervento senza autorizzazione di ripristinare il canale di bonifica.

Ma di canali scomparsi nel corso degli anni o lasciati andare al punto che oggi si fa fatica a individuarli ce ne sono parecchi tratti. C’è da augurarsi che l’incarico ufficiale assegnato dal Comune a dei tecnici esperti dica che cosa è necessario fare a Sinigo per far sì che gli abitanti del cuore storico della frazione, dopo il rifacimento della piazza, riescano a veder sparire l’acqua nelle loro cantine. ROG

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