Rissa al chiosco, sangue e danni 

In centro. Alla riapertura mattutina del China Imbiss in corso Libertà la titolare ha ritrovato sedie spaccate e i segni di una colluttazione «È la seconda volta che accade in pochi mesi: lavoriamo tutti i giorni intensamente per vivere, questi episodi non sono tollerabili» 


Simone Facchini


Merano. Ha chiuso il chiosco, chiedendo agli ultimi avventori di liberare i tavoli, verso le 10 di sera. Il mattino dopo, alla riapertura, la triste sorpresa: sedie sfasciate, macchie di sangue, danni alla porta scorrevole.

La denuncia.

«È già la seconda volta che accade in pochi mesi», denuncia la titolare. Succede in corso Libertà, nel tratto non pedonale, a un centinaio di metri da piazza Teatro. Una zona sfondo di liti che nelle scorse settimane hanno scosso la città.

Davanti al Puccini in una nottata di Ferragosto c’è stato un rigurgito di escandescenze ma in generale la situazione è tornata serena, grazie anche all’opera degli esercenti. “Occupare” la piazza con le attività si sta rivelando la risposta convincente.

Il racconto.

Tuttavia tutto questo impegno non azzera gli episodi violenti. Ne sa qualcosa Mao Yi Ling. Una signora tranquilla, che da quasi diciotto anni gestisce il chiosco China Imbiss in corso Libertà, fra via Huber e piazza Teatro.

«Quanto è successo l’altra notte (fra martedì e mercoledì, ndr) non è tollerabile» afferma la cuoca-titolare del chiosco con la voce che miscela angoscia e rabbia. Ricostruisce quanto vissuto, o meglio subìto: «Poco dopo le dieci di sera ho chiuso l’attività, quando a un tavolo esterno cinque persone si sono intrattenute. Non volevano saperne di andarsene. La mattina dopo, alla riapertura, ho trovato il finimondo: tavoli a terra, sedie ovunque, molte delle quali spaccate; macchie di sangue sulle stesse sedie ma anche per terra; il portellone di ingresso sfasciato».

Mao Yi Ling ha chiamato le forze dell’ordine che hanno raccolto i rilievi del caso, ma pare che nessuno dei protagonisti della colluttazione abbia sporto denuncia. E così il quadro si fa più nebuloso, lasciato a ipotesi di regolamenti di conti.

Intollerabile.

Cosa sia accaduto di preciso, a questo punto, non è ricostruibile. Non vi sono videocamere che possono aver ripreso la scena. Tuttavia le tracce ematiche e il caos ritrovato dalla titolare al mattino evidenziano chiari segni di un alterco sfociato in violenza. «Un episodio analogo si è verificato qualche mese fa» continua la donna che gestisce il chiosco. «Anche questa volta, dovremo sostenere spese per la riparazione dei danni. Lavoriamo intensamente per guadagnarci da vivere, questi episodi sono inaccettabili».

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