la polemica 

Urzì: «Troppi soldi al Coworking della memoria»

MERANO. Il Coworking della Memoria è nell’occhio del ciclone: un finanziamento di 61mila euro e le serrande abbassate per un anno e mezzo, fatti salvi alcuni eventi culturali, hanno scatenato le due...



MERANO. Il Coworking della Memoria è nell’occhio del ciclone: un finanziamento di 61mila euro e le serrande abbassate per un anno e mezzo, fatti salvi alcuni eventi culturali, hanno scatenato le due interrogazioni che il consigliere provinciale Alessandro Urzì mosso in Provincia. Ora la Summer School rivolta ai giovani in programma nello spazio di via Ugo Foscolo 8 tra giovedì 28 e domenica primo luglio, quattro giorni di formazione sui temi della cittadinanza – dal rapporto tra individuo e comunità a quello tra nuove tecnologie e cambiamenti sociali, da quello tra luoghi e comunità all’educazione alla cittadinanza globale – alimenta il fuoco della polemica nonostante sia frutto di un’idea nata prima delle interrogazioni del consigliere, come attestano le richieste di contributo presentate in Provincia già più di un anno fa, nel marzo del 2017, e quindi rimaste agli atti. Ma in un comunicato Urzì rinnova il suo j’accuse: «Le nostre due interrogazioni costringono il Comune di Merano a muoversi per tentare di giustificare i 61mila euro finora donati ad Arci e associazioni di sinistra per iniziative pseudo-fantasma: l’inchiesta su come sono stati spesi i soldi è ora partita». Il vicesindaco Andrea Rossi, durante la recente conferenza stampa di presentazione della Summer School, aveva parlato di immaterialità dei risultati: i frutti di un percorso formativo si vedono col tempo. Pertanto un finanziamento di questo tipo, nonostante inizialmente ad alcuni possa sembrare vano, ha un valore diverso da quelli più “materiali”, quelli sulle costruzioni o sulla mobilità. Urzì ribatte così: «No, caro assessore Rossi: non ci parli di valore immateriale degli investimenti pubblici di Comune di Merano e Provincia per il Coworking della Memoria, organizzato dalla rete di associazioni politicamente a lei più affini. I 61 mila euro in due anni pagati solo dalla Provincia per questo genere di iniziative sono tutto tranne che immateriali, anzi fatti di una materia molto concreta. È su questa che abbiamo chiesto informazioni con una seconda interrogazione con cui chiediamo come si sono potuti spendere oltre 61 mila euro per organizzare sei conferenzine. Si sappia: abbiamo già chiesto istituzionalmente da qualche giorno per le iniziative già svolte elenco dei partecipanti e ogni singola voce di spesa, e si renderà poi tutto pubblico». I 61mila euro, aveva già spiegato il direttore di Arciragazzi Bolzano Sergio Bonagura, sono andati in buona parte al riattamento dello spazio, che prima era un negozio di telefonia, mentre il resto serve a finanziare gli eventi meranesi promossi da Arciragazzi, Piattaforma delle Resistenze Contemporanee e Deina Alto Adige. Associazioni che ogni anno portano 170 giovani altoatesini a Cracovia e ad Auschwitz con un partenariato con la comunità ebraica, circa 20 ai campi della legalità (campi di lavoro e di studio sui terreni confiscati alla mafia), 25 in Bosnia con “Ultima fermata Srebrenica”. E altrettanti dal Trentino. (s.m.)













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