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Quaresima, Muser e il «coraggio di rinunciare»: «Fermare la follia della guerra»

In Duomo il mercoledì delle ceneri. La lettera pastorale del vescovo: «Rinunciare anche a parlare male di tutto»



BOLZANO. “Il coraggio di rinunciare” è il titolo-esortazione della lettera pastorale scritta dal vescovo Ivo Muser per la Quaresima. “La rinuncia è solitamente equiparata alla perdita. La Quaresima è un contrappunto: la rinuncia non è debolezza, ma forza e guadagno”, scrive monsignor Muser.

Celebrando in duomo a Bolzano il rito dell’imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli, che segna l’avvio del tempo di Quaresima, il vescovo Ivo Muser ha fatto tre riflessioni. La prima: nel Mercoledì delle Ceneri “ci viene ricordata senza mezzi termini la caducità dell'uomo e di tutto ciò che è terreno. Ma i credenti oggi ricevono le ceneri nel segno della Croce, da cui ci vengono promesse speranza e vita.”

Nella seconda riflessione monsignor Muser ha ricordato che “senza la volontà di riconciliarsi, tutti i propositi quaresimali sono vani. Con chi o con cosa devo riconciliarmi concretamente nelle prossime settimane?”. Qui il vescovo ha ricordato che il 24 febbraio si compie il primo anno della guerra di aggressione all'Ucraina: “Preghiamo e digiuniamo oggi in solidarietà con tutte le persone che vivono gli orrori della guerra. Chiediamo a chi ha disseminato morte e tragedie di fermare questa follia.”

Dopo una preghiera in silenzio per le vittime della guerra e per la pace, il vescovo ha offerto il terzo pensiero: “Il Vangelo del Mercoledì delle Ceneri propone tre tappe: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Ci riportano alle tre sole realtà che non svaniscono. La preghiera ci riannoda a Dio; la carità al prossimo; il digiuno a noi stessi.”

Nella sua lettera pastorale  per la Quaresima sul “coraggio di rinunciare” , Muser indica la critica indiscriminata tra le cose a cui dovremmo rinunciare: “La Quaresima è quindi un invito speciale ad affrontare la verità che ci rende liberi, anche quando è dolorosa. Ma è altrettanto pericoloso parlare male di tutto.” Per questo il vescovo raccomanda: “Volgiamo lo sguardo al bene e parliamone in modo consapevole; rinunciamo ad assuefarci alle critiche; non lasciamo che la riconoscenza resti solo nei nostri pensieri ma diamole voce.”

Per il vescovo è poi auspicabile la rinuncia alla sete di possesso: la Quaresima, scrive Muser, “vuole convincerci a rallentare: volere di meno affina lo sguardo per l'essenziale. Ecco perché raccomando la moderazione e la gratitudine. Chi cura un atteggiamento moderato scopre che possiamo fare a meno di molte cose. La gratitudine ci porta ad avere un rapporto più sereno e libero con noi stessi, con le persone e le cose, con Dio.”

La lettera pastorale invita a rinunciare a ridurre tutto ad evento: “Proprio la Quaresima, specifica Muser, “è un invito a reimparare e apprezzare la normalità, l'ordinario e il quotidiano - e ad uscire da una cultura del clamore”.

A un anno dall’aggressione all’Ucraina, il vescovo esorta a rinunciare alla violenza dei pensieri, delle parole, delle azioni: “Vi invito a pregare in questa Quaresima per la conversione di coloro che conducono questa e tutte le guerre. Preghiamo invocando pensieri, parole e segni di riconciliazione.” L’invito a tutti è a farsi strumento di pace: nella cerchia familiare, nell’ambiente di lavoro, nella comunità parrocchiale e nella società.

Saper rinunciare è quindi una grande conquista perché “la rinuncia è forza interiore e opportunità, è decisione. Rinunciare non vuol dire negare la vita, ma promuoverla”, così Muser, che però chiude la lettera con “una cosa a cui non dovremmo rinunciare: alla speranza, dono pasquale. Abbiamo bisogno della Chiesa, di credenti che non smettano di annunciare una grande speranza: Gesù, il Crocifisso, vive! La morte non ha l'ultima parola; la nostra vita non finisce nella tomba; la persona ha dignità e futuro.”













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