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Test per gli scolari stranieri: Vettorato contro Achammer

L’assessore leghista sfida i colleghi: «Se ne fanno una questione di principio, tiro fuori una delibera speculare». Bessone: «Propaganda elettorale della Svp. Piuttosto, riflettiamo sul modello ladino»



BOLZANO. A sei mesi dalla deflagrazione, con le elezioni provinciali ormai alle porte, la polemica sui «troppi italiani nella scuola tedesca» arriva al dunque. Si preannuncia lo scontro in giunta, questa mattina. L’assessore Philipp Achammer ha deciso di dare seguito alle promesse e di portare al tavolo dell’esecutivo la sua proposta di deliberazione sulle iscrizioni alla Scuola tedesca. Non avrà il voto degli assessori italiani, però. O meglio, Giuliano Vettorato, titolare della Scuola italiana, ha in mente una strategia per dissuadere i colleghi della Svp: una delibera gemella, ma rivolta alle scuole italiane. Nel frattempo, il collega di giunta e di partito (Lega) Massimo Bessone lancia una precisa accusa contro il provvedimento dell’assessore-Obmann della Svp («Mira a un reale bisogno educativo o alla propaganda elettorale?») e riflette sulla terza via secondo il modello ladino: «Piuttosto, cambiamo la scuola, offriamo la possibilità di iscrivere bambini e ragazzi a una scuola plurilingue».

I colloqui nella scuola tedesca
Il testo di Achammer si sviluppa in tre momenti successivi. Innanzitutto, autorizza i dirigenti a «invitare gli esercenti la responsabilità genitoriale a colloqui di consulenza subito dopo l’iscrizione del bambino o della bambina alla prima classe della scuola primaria e non oltre 60 giorni dall’inizio dell’anno scolastico». Cioè tra il prossimo gennaio, quando apriranno le iscrizioni alle elementari, e il novembre successivo. Se durante il colloquio emergeranno «carenze fondamentali» nel sostegno che i genitori possono offrire ai loro figli, saranno stabiliti misure e tempi per rimediare. Sono prescrizioni stringenti: «Gli esercenti la responsabilità genitoriale sono tenuti a mettere in atto le misure concordate entro i tempi stabiliti e a documentarlo con un’opportuna documentazione».

Attriti sulla commissione
Il punto di attrito è il terzo passo della proposta. Se le procedure non vengono rispettate o se le lacune permangono, i dirigenti avviano «le misure legali previste a tal fine». Quindi anche la commissione paritetica prevista dalla norma di attuazione del 1988 che valuta se la richiesta di iscrizione a una certa scuola vada negata. Dopo mesi di polemica furiosa, la settimana scorsa Vettorato è arrivato a minacciare di bloccare le nomine dei commissari di lingua italiana. Oggi, insieme a Bessone, ha concordato di votare contro la delibera di Achammer. Altrimenti, dice, «Se i colleghi della Svp ne faranno una questione di principio, allora voterò a favore. Loro non avranno nulla in contrario ad approvare la mia delibera sulla scuola italiana, speculare a quella di Achammer».

Immigrati e scuola
Vettorato sa che non è un provvedimento da adottare alla leggera. Perchè è nella scuola italiana che si concentra la maggior parte degli alunni con background migratorio. Se i colloqui e gli inviti a seguire corsi di italiano andassero a vuoto, i bambini finirebbero davanti alla commissione paritetica. La domanda è: dove andrebbero, se la commissione negasse la richiesta di iscrizione a entrambe le scuole? «Sui colloqui sono d’accordo», prosegue l’assessore, «Ma non possiamo aprire al rischio di espellere bambini e ragazzi dal sistema di istruzione garantito dalla nostra Costituzione». La linea dei due assessori leghisti è la stessa. Bessone ripete ciò che dice da mesi: «Da rappresentante politico del gruppo linguistico italiano non posso accettare che il partito di maggioranza tuteli il proprio gruppo linguistico e la propria scuola, a discapito della scuola e del gruppo linguistico italiano. La scuola italiana non può essere il contenitore di “serie B” che accoglie tutti i ragazzi rifiutati dalla scuola tedesca».
S.M.
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