Omicidio Riffeser, Beutel tratta sul risarcimento 

L’appello. Uccise la moglie con 43 coltellate. In primo grado era stato condannato a 30 anni Si è detto disposto a cedere alle figlie una casa in Austria. Prossima udienza il 19 aprile



Merano. Johannes beutel vuole provare a risarcire le due figliolette di 12 e 10 anni che dovranno crescere senza l’amore della loro mamma. l’uomo che ha assassinato con 43 coltellate la moglie alexandra riffeser nella loro casa di quarazze (lagundo) ha comunicato ai propri legali (gli avvocati marco ferretti e alessandro tonon) di voler donare alle figlie la nuda proprietà di un intero immobile che possiede a dornbirn nel vorarlberg.

Come si ricorderà, in primo grado l’uomo venne condannato per omicidio volontario aggravato al massimo della pena, cioè 30 anni di reclusione con rito abbreviato.

Il processo d’appello (che si svolgerà in corte d’assise, cioè con la partecipazione anche di giudici popolari) è slittato al 19 aprile su richiesta della difesa che tenterà di ottenere le attenuanti del cosiddetto danno risarcito. l’operazione è piuttosto complessa, in primo luogo perché l’immobile si trova in austria ed in secondo luogo perché le beneficiarie della donazione (cioè le due figliolette rappresentate in giudizio dall’avvocato federico fava) sono minorenni e dunque ogni passaggio deve essere valutato e autorizzato anche dal giudice tutelare.

L’immobile in questione non è stato ancora stimato ufficialmente ma è probabile che abbia un valore tra gli 800 mila ed il milione di euro. si tratta per la precisione di una villetta bifamiliare. l’immobile è però gravato da un diritto di usufrutto dei genitori di johannes beutel (cioè i nonni delle bambine) che comunque favorirebbero l’intesa. ricordiamo che nella sentenza di primo grado (emessa con rito abbreviato) il giudice emilio schönsberg ha condannato l’imputato ad una provvisionale (dunque un’anticipazione del danno complessivo da stabilire in sede civile) di 180 mila euro da liquidare ad ognuna delle figlie. sino ad oggi la disposizione del giudice è rimasta lettera morta. per questo gli avvocati di difesa stanno cercando di trovare una soluzione in vista del processo d’appello. la parte civile ha acconsentito a un rinvio dell’udienza perché è interessata all’ipotesi della donazione dell’immobile in quanto, di fatto, si tratterrebbe di una garanzia economica per il futuro delle due bambine.

L’assassino della loro mamma, infatti, non avrebbe più alcuna possibilità di disporre dell’immobile e magari di venderlo trattenendosi i soldi. in caso di accordo, ogni passaggio dovrà come detto essere autorizzato dal giudice tutelare in quanto le figlie sono minorenni.

La parte civile (che ha interesse ad ottenere il risarcimento del danno al di là della condanna penale che verrà decisa) considera dunque interessante la possibilità di ottenere subito il trasferimento della proprietà. in vista del processo d’appello, per la difesa è invece fondamentale porre le basi per il riconoscimento di un maggior peso delle attenuanti. nella sentenza di primo grado il giudice aveva infatti contestato all’imputato e le aggravanti di aver agito nei confronti della coniuge (circostanza ovviamente non contestabile) e di aver agito con crudeltà. l’uomo dunque evitò l’ergastolo solo grazie al rito abBreviato in quanto il giudice valutò le cosiddette attenuanti generiche “minus valenti” rispetto alle due aggravanti. ecco perché l’eventuale risarcimento del danno potrebbe risultare decisivo per una riduzione delle pena. MA.BE.

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