«Un faro nella tempesta» Le associazioni in lutto

La scomparsa di don Gianni Cosciotti. La Strada e i Piccoli cantori ricordano commossi la vitalità e la capacità di donarsi del parroco che salvava i giovani dalle tossicodipendenze



Merano. È solo per via delle misure anticontagio che giovedì pochi hanno potuto partecipare di persona alla cerimonia funebre per don Gianni Cosciotti, celebrata a Santo Spirito dal vescovo Ivo Muser. Attorno al parroco scomparso lo scorso 30 novembre all’età di 79 anni per il Covid-19 però si raccoglie l’ampio abbraccio di tutta la comunità altoatesina che ne ha potuto conoscere l’impegno strenuo a favore degli ultimi, dei più deboli, di chi in lui ha trovato conforto e sostegno. Lo ricordano con grande affetto l’associazione La Strada e i Piccoli cantori di Merano, di cui riportiamo le parole.

Anima di “La Strada”.

Don Gianni Cosciotti è stato per lunghi anni una delle anime dell’associazione “La Strada – Der Weg onlus” e in particolare del Progetto dipendenze. Nato il 24 giugno 1941 a Roma, dove era stato ordinato sacerdote il 18 marzo 1967, era arrivato a Bolzano nel 1983. «Dopo qualche tempo passato nella struttura per minori gestita dai Giuseppini del Murialdo a Laives – spiega l’associazione – ha iniziato la sua collaborazione con noi, affiancando don Giancarlo Bertagnolli nella difficile opera di risposta alla tossicodipendenza. È stato don Gianni a portare e implementare la scelta del “progetto uomo” metodologia ideata, applicata e sperimentata in Italia sul finire degli anni ‘70 da don Mario Picchi presso il Ceis di Roma per il recupero dei tossicodipendenti. Attraverso questa scelta don Gianni ha voluto mettere la persona al centro della propria vita e di ogni azione, rendendola protagonista attiva e responsabile nel proprio percorso di cura e di riabilitazione. Al di là delle fatiche e delle esperienze vissute. Restituendo dignità e possibilità che sembravano perdute».

La Strada lo ricorda come «un faro nella difficile navigazione durante un periodo di tempesta, per molti ragazzi e per molte famiglie. Grazie a don Gianni molte persone hanno saputo e potuto trovare una via per liberarsi dalla dipendenza e sono state da lui aiutate a ritrovare la propria identità e responsabilità all’interno della famiglia e della società, a valorizzare le proprie qualità, a trovare nuove possibilità di lavoro, di relazione, di partecipazione sociale, di impegno quotidiano. Non era e non è tutt’ora facile trovare persone che uniscano fede e scienza. Don Gianni era sacerdote, ma anche psicologo, psicoterapeuta e sessuologo. Aveva frequentato il corso di formazione per operatori del “progetto uomo”, quindi capiva molto bene cosa potevano vivere i giovani coinvolti nel programma. Con una presenza costante, una sigaretta sempre accesa, una pacca sulle spalle, una battuta e con parole ben scelte ha saputo dare a tanti giovani una motivazione a cambiare davvero. È stato sicuramente un uomo e un professionista carismatico. Persona dal carattere deciso, a volte quasi spigoloso, sempre molto schietto e diretto. Don Gianni, psicologo, grande esperto di tematiche giovanili, splendido formatore, ha saputo dare un grande contributo allo sviluppo dell’associazione e occupandosi del programma terapeutico e del sostegno a tanti operatori è stato indubbio protagonista dell’efficacia di questo progetto. Ha fatto per tanti anni la spola tra Bolzano e Josefsberg, tra le fasi dell’“accoglienza”, della “comunità” e del “reinserimento”, dove tutti hanno potuto contare sulla sua presenza e sulle sue capacità. Grazie, don Gianni, per il tuo impegno e per la tua competenza».

I Piccoli cantori.

«Don Gianni Cosciotti ci ha lasciati – scrive Federica Lo Cunsolo con l’associazione “Piccoli cantori” – portato via da quel virus che sta spazzando via una generazione, quella dei ricordi, quella dei nonni, quella dell’affetto incondizionato per i propri nipoti. Don Gianni è stato parroco, psicologo, insegnante e uomo di grande cultura. Io l’ho conosciuto soprattutto come un uomo dal tono fermo, di chi ne ha viste tante, ma con un cuore grande, capace di donare affetto e dolcezza. “I miei pupetti”: così ci chiamava amorevolmente don Gianni quando faceva visita alla nostra associazione, ed era sempre prodigo di consigli, mentre con affezione quasi paterna ci incoraggiava ad andare avanti. Amico e confidente, pronto a fiancheggiare Anna Colle e Rossano in ogni loro iniziativa. “Annarè” e “Rossà” (come li chiamava amichevolmente lui) ti pensano e ti ricordano allegro e pieno di energia positiva. Rudi e Petra conservano limpida la tua immagine nei loro pensieri e ti vedono in bicicletta che li saluti da lontano. Per non parlare dei genitori dei “tuoi fanciulli” che ti hanno sempre considerato una guida di vita importante per i loro figli. Per tutto questo ci lasci un grande vuoto, ma sento che è dovere mio, e di tutti quelli che hanno avuto la gioia di conoscerti, di riempirlo con il tuo esempio e coi tuoi insegnamenti».













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