Venosta, un milione per i pendolari
In 10 anni sono più che raddoppiati passando da 400 a 900 Stanziato un ricco contributo per i Comuni di confine
MALLES. Erano in 400 che ogni giorno per recarsi al lavoro, attraversando il confine, si recavano in Svizzera per tornare a casa la sera. A distanza di dieci anni, i pendolari per professione dell’Alta Venosta sono diventati 900. Un fenomeno che fa riflettere, pur alla luce di un quadro economico altoatesino di pressoché totale occupazione.
Il dato è emerso nel corso di un recente incontro tenutosi a Lugano dove si è riunita la commissione bilaterale Italia – Svizzera.
Il vertice si è occupato della fiscalità degli oltre 60 mila pendolari di confine che ogni giorno da Lombardia, Piemonte, Aosta e Alto Adige si recano al loro posto di lavoro in territorio elvetico. Al centro della trattativa la perequazione finanziaria annuale alla quale hanno diritto i Comuni di provenienza dei pendolari di confine sulla base di un apposito accordo siglato oltre quarant’anni fa, per la precisione nel 1975, tra Italia e Svizzera. Il documento siglato tra Roma e Berna regolamenta appunto il trattamento fiscale dei pendolari.
Per quanto riguarda l’Alto Adige, sulla base del numero di pendolari residenti nei comuni di confine della Val Venosta, relativamente al 2016 verrà versata, a titolo di perequazione finanziaria, la somma di 1,1 milioni di euro.
Si tratta di una cifra record in relazione al fatto che il numero di pendolari verso i Grigioni, nell’anno in questione, ammontava a 900 unità. Solo dieci anni fa erano circa 400. Un raddoppio dei numeri concentrato in un lasso di tempo relativamente breve, nel quale la differenza di paga e opportunità ha di certo avuto il suo peso.