elezioni

Widmann: «La Svp sbaglia rotta e sono pronto a correggerla»

L’ex esponente del partito di raccolta presenta il suo programma e dice: «Sono nato con la Stella alpina nel sangue, ma torniamo alla politica del buonsenso. Sì ad italiani in lista, ma che sappiano il tedesco»



BOLZANO. Una trentina tra giornalisti e telecineoperatori presenti. Quaranta minuti di monologo: prima in tedesco, poi in italiano. Solo programma, niente candidati. Quelli arriveranno, a spizzichi, nei prossimi giorni. A seguire le risposte alle tante domande dopo la sua uscita dalla Svp. Così si è presentato Thomas Widmann, insieme al simbolo della sua lista che ha il Catinaccio nel logo. «Si tratta di correggere l’attuale corso del partito di raccolta», attacca l’ex assessore provinciale: «La mia speranza di tempi migliori nella Svp non si è avverata. Sono nato con la Stella alpina nel sangue, i suoi valori sono i miei valori. Purtroppo, la Volkspartei ha sbagliato rotta, puntando su emarginazione e conformismo». Widmann ha spiegato così la sua rottura con la Volkspartei e la nascita di una propria lista, ribadendo che la sua candidatura «non è contro qualcosa ma per una politica del buonsenso».

L’ex assessore ha definito l’autonomia altoatesina la «Magna carta». Un’autonomia che bisogna continuare a difendere ed ampliare. Ha poi evidenziato la necessità di agire contro il caro casa, definendo la super Imi «una tassa punitiva» e contro la fuga dei giovani. Secondo Widmann, «l’agricoltura e il turismo sono finiti ingiustamente nel ruolo di capro espiatorio». Spazio anche agli italiani, se vorranno candidarsi nella sua lista, «ma che sappiano il tedesco». Thomas Widmann ha gioco facile nel dire che il veto del governatore Kompastcher alla sua ricandidatura nel partito di raccolta è stata la molla della sua decisione di lasciare la Svp. «Avrei voluto dare risposta dentro il partito alle questioni più urgenti, ma mi è stato negato. Così ho deciso di mettere in piedi una mia lista “Für Südtirol mit Widmann” per risolvere i problemi di questa terra. Che non è rivolta contro qualcuno o qualcosa, ma per una politica fatta di decisioni concrete», spiega l’ex assessore provinciale.

Torniamo all’autonomia. «Il primo e più importante compito per ogni politico altoatesino è quello di difenderla», sottolinea Widmann, ricordando che «ad esempio se non fossimo riusciti ad avere delle competenze sui trasporti locali, non avremmo potuto fare tutte le scelte in materia che sono state realizzate». «Solo un’autonomia rafforzata ci darà la possibilità di migliorarci», evidenzia ancora.

Poi passa alla salute. «La società altoatesina, come tutte, sta invecchiando, ci sono sempre più malati cronici e persone bisognose di assistenza, solo in Alto Adige più di 200 mila. Allo stesso tempo sempre meno persone per prendersene cura. Per questo dobbiamo lavorare sul reperimento del personale, ridurre i tempi d’attesa al Pronto soccorso e quelli per le visite specialistiche, rafforzare il territorio, con le sinergie tra capoluogo e periferia», sottolinea Widmann, che della sanità era assessore fino agli inizi del 2022. «Sulla carenza di alloggi si deve lavorare meglio, la super Imi non è servita a nulla, penalizza la costruzione di proprietà, il sussidio per la casa ha tempi troppo lunghi. Solo problemi finanziari a lungo termine per le giovani famiglie», dice Widmann. Ecco che «serve un’azione concertata con capitali pubblici e privati, miglioramento della tempistica per i sussidi legati alla casa e una moderata disponibilità di terreni per costruire».

Critiche anche alla legge urbanistica provinciale, perché mancano le norme d’attuazione ed i criteri di assegnazione, con realtà differenti tra capoluogo e periferia. E poi una difesa a tutto campo delle imprese, dell’agricoltura e del turismo. «In fondo il sistema economico della nostra provincia è equilibrato», dice Widmann. Uno sguardo alle elezioni del prossimo ottobre. «Vediamo di avere un buon risultato elettorale e poi si vedrà», afferma l’ex esponente Svp. «Condivido i valori della Stella alpina, ma negli ultimi tempi si è presa una strada che non sempre mi ha convinto. Si tratta di rimediare alle storture, di correggere alcune cose. E di cambiare passo, poi dopo le elezioni si vedrà», chiude Widmann.

M.D.













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