L’intervista

«Museo Civico, a Pasqua finalmente via ai lavori»

Al vertice lascia Gerald Mair, storico reggitore delle sue sorti, arriva Landi. «Fanno la scala antincendio poi possono aprire i piani impraticabili per via della sicurezza»



BOLZANO. La Società del Museo, la Museumverein, è la casa madre dei padri fondatori del Civico di via Cassa di Risparmio. La cinghia di trasmissione tra ieri e oggi. E l'oggi del museo è un po' complicato: chiusi tre piani, le collezioni in attesa di ordini e di ordine, un cantiere riqualificativo che viene promesso da circa vent'anni. E adesso? La Società, per parte sua, si è data una scossa: lascia il presidente Gerald Mair, storico reggitore delle sue sorti, e giunge al suo posto Walter Landi. Che dice: «Forse ci siamo. A Pasqua il Comune ci ha promesso che farà partire i lavori».Il che è una buona notizia. Landi è uno storico, archivista presso l'Archivio provinciale, docente alla università Leopold-Franzens di Innsbruck, ricercatore a Verona e appassionato, oltrechè insegnante di diplomatica e araldica.

Che succede al museo, presidente?

Che aspetta da un po' troppo di essere rimesso a posto.

Da quanto?

Vent'anni. C'era l'assessore Sandro Repetto.

E adesso?

In questi giorni in Comune ci hanno comunicato una notizia. A Pasqua iniziano i lavori.

Partendo da dove?

Dalla base necessaria. La scala antincendio, che va fatta per legge, e tutto il resto del sistema. Poi possono finalmente essere aperti i piani finora impraticabili per via della sicurezza.

Questo cosa significa per il museo?

Che potranno essere dispiegate tutte le collezioni. Era un peccato non poterle mostrare al pubblico.

Ci sono altre questioni in sospeso?

Immagino siano quelle legate al resto di questo quadrante urbano: la sorte della biblioteca civica, che si trova a fianco, in attesa del Polo bibliotecario, e poi la sorte dell'edificio dell'ex INA.

C'era un progetto che prevedeva anche l'abbattimento del "muro dei cinema " nella discesa da ponte Talvera per aprire la corte interna del museo.

Quello è stato fermato dall'impossibilità di demolire quella struttura.

Che lavoro fa la Società del Museo?

Raccoglie le testimonianze del passato bolzanino. Arte, documenti, reperti.

Sono le collezioni museali?

La nostra parte copre circa l'80% di quelle presenti.

Qual è il suo programma?

Aprirci quanto più possibile alla comunità bolzanina. Abbiamo sempre guardato alla sua storia, alla sua vita artistica e culturale. E ora su due direttrici: conservazione e integrazione.

Come vi muovete su questo secondo fronte?

Giusto in questi giorni abbiamo ricevuto una importante donazione da parte di un privato. Sarà nostra cura conservarla e poi, nel caso, esporla.

L'ultima vostra esposizione al museo è stata un successo di pubblico.

Erano presenti oggetti molto importanti ma anche curiosi, anche legati alla vita quotidiana di Bolzano nelle diverse epoche storiche. É stato un buon allestimento. Anche grazie alla collaborazione con l'assessora Chiara Rabini e la funzionaria Anna Vittorio.

Dunque fatto pace col Comune? C'erano state dichiarazioni un poco polemiche del suo predecessore al riguardo.

Erano semplicemente sollecitazioni di un appassionato intese a accelerare la riqualificazione. Adesso le rassicurazioni sono arrivate, pensiamo al futuro.

Altre mostre a vostra cura?

Vorremo, a gennaio. Ma ci si troverebbe troppo a ridosso con i lavori programmati in primavera. La mia idea è di effettuare almeno una mostra all'anno con di volta in volta aspetti sempre diversi delle nostre collezioni.

Programmi più ravvicinati?

A gennaio, provando a convivere con i lavori, almeno due convegni: uno con l'ex sovrintendente Helmut Stampfer e uno a mia cura sul lapidario collocato nel cortile del museo. Poi, l'idea di dotarci di un nostro magazzino per conservare parte delle collezioni. P.CA.













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