Banca Popolare in recupero e il 2016 si chiude in attivo

L’utile netto pari a 7,7 milioni dopo la semestrale in rosso La richiesta ai soci: «Niente distribuzione di dividendi»


di Renato Brianti


BOLZANO. Un utile netto di 7,7 milioni di euro che si concretizza grazie a un secondo semestre favorevole (+35,1 milioni) che bilancia un primo semestre in negativo anche per costi di fusione e rettifiche (-27,4 milioni). È questo il dato principale del bilancio 2016 approvato ieri dal consiglio di amministrazione di Banca Popolare - Volksbank. Un risultato che conferma una buona capacità reddituale e una solidità patrimoniale nonostante la complessità del momento. Una banca che da 25 anni produce utili raggiungendo un patrimonio netto di 880 milioni di euro per un Cet 1 Ratio dell’11,7%.

«Per tutto il sistema bancario italiano non è stato un anno facile - esordisce il presidente Otmar Michaeler - e non siamo del tutto contenti ma la Banca Popolare, che quest’anno festeggia i 25 anni di fusione fra le Banche Popolari di Bressanone e Bolzano, chiude con un risultato positivo. Il 2016 ha portato una forte pressione da parte della concorrenza: tassi ai minimi, un Cost Income Ratio elevato e rettifiche della Banca d’Italia per 30 milioni che hanno penalizzato il nostro primo semestre. Nonostante questo abbiamo aumentato la raccolta e gli impieghi, ridotto i costi e mantenuto i nostri margini anche se l’obiettivo di redditività non è stato raggiunto». «La nostra strategia - continua Michaeler - punta sul contenimento dei costi e sulla digitalizzazione, una strategia che non verrà modificata dalla trasformazione che durante l’anno interesserà la nostra banca per portarla a Spa».

«Il momento - specifica il direttore generale Johannes Schneebacher - è caratterizzato da tassi ai minimi e questo penalizza i margini di tutte le banche ma nonostante questo riusciamo a mantenere la nostra caratteristica capacità reddituale, abbiamo aumentato i volumi e ridotto i costi, gestendo bene i crediti deteriorati. Altro fattore importante del 2016 la chiusura del percorso di integrazione della Banca di Marostica, percorso che ha contribuito notevolmente a penalizzare il nostro dato finale di bilancio».

Per quanto riguarda i numeri, il margine di interesse, nonostante i tassi bassi, si attesta a +138,9 milioni con le commissioni a quota +82,1 milioni. Le negoziazioni portano al bilancio 16,2 milioni comprendendo anche la quota trading (+2,2 milioni) e le attività finanziarie (+13,2 milioni). I costi operativi hanno raggiunto la cifra di 170,5 milioni comprendendo 10,9 milioni di contributi straordinari al Fondo di risoluzione nazionale e a quello di garanzia dei depositi. Positivo, come detto, l’incremento dei volumi, con gli impieghi alla clientela che raggiungono i 7.268,8 milioni (+5,3%) con 362,3 milioni di nuove erogazioni. Anche la raccolta diretta risulta in aumento raggiungendo i 7.110,5 milioni (+322,2 mil. per il +4,7%). Previsioni e obiettivi per il 2017? «In Alto Adige, a differenza del resto d’Italia, c’è un trend positivo - conclude Michaeler - fondamentale per il futuro diventa la stabilità della politica che ha la sua importanza sulla fiducia. Per quanto riguarda gli obiettivi quantitativi della banca, nel 2017 vorremmo raggiungere o aumentare il nostro capitale proprio portandolo almeno all’11,5%, aumentare la nostra liquidità fino al 110% e soprattutto migliorare la qualità del credito». La richiesta ai soci: niente dividendi e rafforzamento patrimoniale.













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