I posti di lavoro? Nelle professioni intellettuali

Il presidente Ebner: «Nel futuro cresceranno del 20%» Non basteranno più le qualifiche, serve studiare ancora


di Renato Brianti


BOLZANO. In prospettiva l’Alto Adige avrà bisogno di forza lavoro sempre più qualificata. È quanto emerge da una valutazione della Camera di commercio di Bolzano, che con un’indagine dell’Ire ha verificato i bisogni delle aziende da qui al 2025. I dati parlano chiaro: chi non avrà un’adeguata formazione professionale potrebbe trovarsi in difficoltà. “Per questa ricerca abbiamo preso in considerazione tutte le regioni europee, quasi 270 - spiega Urban Perkmann - Abbiamo scelto 8 settori e suddiviso le regioni in 4 gruppi a seconda della produttività. Abbiamo verificato dove si posizionava l’Alto Adige e che cosa ci mancava per raggiungere il gruppo migliore in ogni settore”.

Cosa serve per colmare il gap? “Aumenterà la richiesta di ruoli direttivi e ruoli qualificati, per tutte le professioni intellettuali si prevede un aumento della richiesta media del 20% entro il 2025, con alcuni settori che mostrano un gap da recuperare ancora maggiore, come ad esempio il settore delle industrie alimentari e delle bevande (+65%), della fabbricazione di macchine e mezzi di trasporto (+51%) e del commercio (+123%). In controtendenza invece alcune professioni tecniche, che vedranno ridurre la richiesta, parliamo di ruoli come elettrotecnici, fotografi, personale d’ufficio, comunicativi, settori finanziari e altri, in cui si prevede una riduzione media del 24%”.

“Sempre più importante diventerà la formazione - spiega il presidente della Camera di commercio Michl Ebner - Dobbiamo cercare di reintegrare i giovani che lasciano il sistema formativo o addirittura prevenire questo distacco. Diventerà sempre più complesso restare competitivi nel mercato del lavoro senza un’adeguata competenza professionale. Dobbiamo garantire ai giovani una migliore formazione e integrare il percorso di studio con quello lavorativo: qui la formazione duale scuola-lavoro prevista dall’apprendistato diventerà fondamentale”.

Per Georg Lun: “L’economia dell’Alto Adige ha bisogno di restare competitiva e per questo è necessario essere produttivi. Questo si può raggiungere con la qualificazione del personale lavorativo e questo studio dimostra che ci sarà uno spostamento della piramide delle qualifiche verso l’alto. Avremo bisogno di più personale specializzato e dobbiamo colmare alcune lacune con figure quali ingegneri, economisti privati e dirigenti. Dall’altra parte, al livello più basso della piramide, i lavoratori qualificati non troveranno più tanti posti di lavoro disponibili e perciò sarà necessario cercare di aumentare la competenza di ogni lavoratore, affinché possa mirare a migliorare il proprio livello”.

L’artigianato però resterà un settore predominante in Alto Adige. “Sì, è un settore con molti numeri e, nonostante si preveda un leggero calo, resterà il secondo gruppo per importanza, - conclude Lun - la richiesta di ruoli come muratori, meccanici, pittori, falegnami, elettricisti non dovrebbe diminuire oltre il 4%”.













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