La bici a energia solare che piace in Malaysia

Successi internazionali per Leaos e Warda, imprese dell’“incubatore” Idm La prima cambia la mobilità, la seconda rivoluziona il marketing dei marchi



BOLZANO. Il presidente della Malaysia pedala su una e-bike a energia solare dell’azienda altoatesina Leaos. Brand rinomati della moda come Moncler utilizzano i software innovativi di Warda, un’altra realtà dell’Alto Adige. Due aziende insediate nell’incubatore di imprese di Idm Alto Adige che si destreggiano su scala globale nei settori dello sport e della moda e hanno conseguito successi in competizioni internazionali sull’innovazione.

A fine maggio Armin Oberhollenzer ha partecipato, con la sua start-up Leaos, al campionato delle imprese più innovative del mondo nel settore dello sport. E nella finale europea della “Hype Global sports innovation competition” a Trento ha conquistato un eccellente quarto posto. Ma questo ex consulente di marketing altoatesino punta niente di meno che rivoluzionare la mobilità moderna.

La chiave del successo di Leaos è una e-bike che per muoversi sfrutta l’energia solare, senza alcun collegamento alla presa elettrica per ricaricarsi. A questo scopo ha provato a integrare dei pannelli fotovoltaici nel telaio in carbonio della bici: “Non è affatto un’impresa semplice - spiega il proprietario di Leaos - se pensiamo a quanto sia limitata la superficie a disposizione”.

La e-bike di Oberhollenzer si distingue sia per la tecnologia che per l’immagine, tanto che anche il mondo del design è affascinato. Già nel 2015 l’imprenditore altoatesino è stato premiato con il Red Dot Design award, il riconoscimento internazionale più importante per il product design: “Considero la mia solar bike non come un semplice mezzo di trasporto ma come un elemento di un nuovo stile di vita”, afferma Oberhollenzer. Che ha trovato acquirenti in tutto il mondo, tra cui il presidente della Malaysia, che da sei mesi si muove con la bici di design a energia solare made in Alto Adige.

Anche la società altoatesina Warda ha conquistato una posizione significativa. L’azienda produttrice di software è stata selezionata per l’iniziativa riservata a start-up innovative di tutto il mondo “VentureOut NY” e alla finale del maggio, nell’ambito di un roadshow svoltosi a New York, si è presentata ai potenziali investitori del settore della moda.

Warda fornisce una piattaforma digitale per migliorare attraverso immagini e video i processi produttivi, la distribuzione retail, il marketing e la presenza online dei marchi. L’amministratore delegato di un brand della moda può, per esempio, visualizzare le collezioni e i disegni degli stilisti a Londra, l’allestimento del negozio di New York, le immagini dei propri fan sui social media e fornire informazioni e foto alla giornalista di Parigi che attende le ultime novità. Fino a poco tempo fa queste necessità costituivano una sfida organizzativa che implicava un grande numero di telefonate, e-mail e viaggi all’estero. Con le app di Warda è possibile visualizzare tutte le informazioni digitali necessarie in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Per questo grandi brand come Moncler, Geox o Brunello Cucinelli si affidano alla sua tecnologia.

Warda e Leaos sono due delle 118 start-up e aziende dell’Alto Adige che negli ultimi 17 anni sono state seguite dall’incubatore di imprese di Idm. Nel complesso queste imprese generano il 62% del proprio fatturato all’estero. L’incubatore di imprese di Bolzano si definisce anche un business accelerator, offrendo alle aziende innovatrici servizi quali, ad esempio, consulenza finanziaria, disponibilità di uffici e laboratori e supporto nello sviluppo dei prototipi.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità