Meno peso «idroelettrico» nel futuro di Alperia Spa

L’obiettivo è la diversificazione del business: si punta sulla «Smart Region» Prevista la crescita dei dividendi e del margine operativo lordo. Il dopo-Marchi


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Vuoi conoscere la salute di un’azienda? Tra gli indicatori cui fare attenzione c’è il margine operativo lordo. Conosciuto con la sigla Ebitda (mondo anglosassone) indica al potenziale investitore la capacità dell’impresa di generare reddito, basandosi esclusivamente sulla gestione operativa. Ecco, stando al primo piano strategico (1917-2021) il gruppo Alperia appare in salute, visto che si punta ad una crescita dell’Ebitda a oltre 310 milioni di euro a fine-piano, contro i 220 milioni del 2015, ultimo anno in cui erano operative Sel e Aew, dalla cui fusione è nato il colosso energetico altoatesino.

Il futuro? Lo spiega il direttore generale Johann Wohlfarter, durante la presentazione di ieri cui hanno preso parte anche il vicedirettore generale Paolo Acuti, la vicepresidente del consiglio di sorveglianza, Luitgard Spögler, il presidente del consiglio di gestione, Wolfram Sparber e il direttore «corporate strategy», Paolo Vanoni. «Il primo Piano industriale vuole traghettare Alperia dal modello tradizionale di multiutility al nuovo modello concentrato su reti intelligenti, servizi evoluti a valore aggiunto e centralità del cliente. Questo nuovo modello di società energetica e territoriale è già realtà in Germania e in Gran Bretagna. Alperia vuole essere leader in Italia in questa svolta energetica», sottolinea Wohlfarter. «Il management è concentrato nel perseguire l’obiettivo di graduale riposizionamento del gruppo verso una minore dipendenza dei suoi risultati dal settore idroelettrico, perseguendo obiettivi di diversificazione di business ed area geografica», ancora il direttore generale.

Nel futuro sedi di proprietà e non in affitto, con a Bolzano l’ampliamento della sede Resia oppure la realizzazione di un nuovo sito per circa 500 dipendenti, mentre a Merano ci sarà un’unica sede per 300 collaboratori. Per quanto riguarda i dividendi agli azionisti a fine-piano, ovvero nel 2021 si stima una cifra intorno ai 55 milioni di euro da suddividere tra Provincia (54,45%), i Comuni di Bolzano e Merano (21% a testa) e Selfin (3,55%).

«Nei cinque anni di orizzonte temporale del piano verranno creati circa 1,2 miliardi di euro di valore aggiunto a beneficio del territorio di cui circa 120 milioni per la realizzazione del progetto “Smart Region”», sottolinea Sparber. La «Smart Region» è la proposta di Alperia ai comuni altoatesini per la realizzazione di una grande infrastruttura che permetterà l’evoluzione tecnologica e l’upgrade di reti come: pubblica illuminazione, fibra ottica, reti di teleriscaldamento e l’erogazione di servizi a valore aggiunto per il territorio: ad esempio video sorveglianza, hotspot wi-fi per accesso aperto ad internet, smart mobility, efficienza energetica, sensoristica ambientale per qualità dell’aria, controllo rumori, controllo semaforico, controllo parcheggi. Alperia Fiber investirà ulteriori 185 milioni di euro, che non assorbirà dai flussi di cassa del gruppo, per il completamento della rete di accesso in Alto Adige.

Dati sul fatturato 2016 ancora non si conoscono, mentre si prevede un debito finanziario in calando nel corso del piano strategico ed anche oltre. Previsti complessivamente investimenti per oltre 400 milioni di euro sull’attuale perimetro del gruppo in 5 anni. Infine la casella di presidente del consiglio di sorveglianza lasciata vuota da Mauro Marchi. «I soci stanno lavorando ad una soluzione» chiude Spögler. Alla prossima assemblea dei soci la decisione finale sul come e con chi riempirla.













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