«Mobilità in Alto Adige, aeroporto fondamentale»

Il presidente Pan: «Pace sociale, necessario restare competitivi sul mercato Non solo aerei, ma anche le autostrade informatiche e il tunnel del Brennero»


di Renato Brianti


BOLZANO. La mobilità nel futuro, sarà questo il tema che verrà affrontato domani nel ricevimento di Assoimprenditori Alto Adige. Il contesto dell’aeroporto di Bolzano sarà lo scenario perfetto per un’argomento che è, e sarà, fondamentale per lo sviluppo dell’Alto Adige nei prossimi anni. «La competitività implica il confronto e questo necessita di collegamenti adeguati», ne è convinto il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan per il quale «la raggiungibilità ha vari aspetti, l’aeroporto è un elemento fondamentale per avere una terra aperta e questo sarà essenziale per mantenere il welfare che siamo abituati ad avere, se il nostro territorio non è raggiungibile questo iter si interrompe». «Oggi abbiamo dei buoni numeri con la disoccupazione tra le minori d’Europa in assoluto, ma questo si può mantenere solo continuando ad avere un territorio aperto, se ci chiudiamo in noi stessi ci chiudiamo al futuro e mettiamo a repentaglio anche la pace sociale», ancora Pan.

Sullo sviluppo dell’aeroporto però le visioni non sono tutte concordi.

«È una questione di dialogo, bisogna riuscire a spiegare che la ricchezza per tutti non è ovvia e non è scontata, bisogna crescere tutti assieme e utilizzare ogni possibilità che abbiamo, dobbiamo riuscire a farlo capire».

La mobilità futura però non può essere solo l’aeroporto.

«Assolutamente no, la mobilità passerà attraverso le superstrade informatiche, dobbiamo avere la connessione fino all’ultimo miglio perché la velocità di cambiamento del mondo non ci consente di attendere. Bisogna migliorare la viabilità e il nuovo tunnel del Brennero darà una spinta in questo senso migliorando la mobilità su rotaia, poi servono altre circonvallazioni. Se pensiamo che siamo solo al 43° posto come raggiungibilità nell’arco alpino, si capisce quanto dobbiamo migliorare altrimenti oltre all’aereo rischiamo di perdere anche il treno. In questo senso domani, al ricevimento, faremo una proposta di grande apertura».

A livello generale come vede la situazione economica attuale?

«La fiducia sta tornando, si sente palpabile e il tasso di fiducia degli imprenditori è tornato ai livelli pre crisi. Anche il mondo del consumo sta rispondendo bene, specialmente nel campo alimentare che rispecchia bene il “feeling” della situazione generale. Ci sono indicatori di crescita che non ci sono stati per anni e questo movimento credo che andrà ad accelerare perché la fiducia è contagiosa. Abbiamo abbandonato il fondo e stiamo cominciando a risalire».

Cosa serve ancora all’Alto Adige?

«Servono presupposti ma anche una politica che permetta un contesto snello, minore burocrazia e minori costi. Le imprese hanno voglia di volare e hanno l’energia per farlo, ma serve il contesto adatto. Abbiamo dimostrato che si può crescere anche nei periodi di crisi, siamo in un territorio che produce il doppio dell’energia che consuma e per questo vogliamo un costo migliore per l’energia, per essere più competitivi in un contesto che ci tuteli maggiormente».

Un vostro bilancio dell’anno appena terminato?

«Siamo riusciti a diventare più snelli nella struttura, abbiamo eliminato alcuni livelli gerarchici di decisione e aumentato la condivisione, questo ci ha resi ancora più incisivi e più vicini ai bisogni delle imprese e del territorio. Facciamo parte di un contesto in cui siamo propositivi, abbiamo ridotto i costi per i nostri associati e siamo riusciti a far crescere il nostro export. L’80% dell’export dell’Alto Adige infatti proviene dai nostri associati e siamo il datore di lavoro più importante di tutta la provincia anche fuori dai centri industriali, un’industria forte anche nelle vallate aiuta anche il mondo agricolo a mantenere la sua eccellenza».













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