Nasce la App per trovare e offrire lavoro “giocando”

Il team di «Laborplay» sviluppa prodotti e servizi per migliorare la relazione tra domanda e offerta sul mercato dell’occupazione, puntando sulla psicologia


di Alexander Ginestous


BOLZANO. Chiunque di noi ha almeno una volta preso in mano cellulare o tablet per rilassarsi giocando ad alcuni dei titoli videoludici più famosi. Che sia Candy Crush, Ruzzle o Clash of Clans, l’intento è sempre quello di poter staccare la spina per qualche minuto e liberare la mente dai tanti pensieri. Dall’inizio dell’estate però abbiamo un motivo in più per cercare di stabilire nuovi record sui nostri giochi preferiti: riuscire a trovare lavoro. E ciò è diventato possibile grazie all’approdo, avvenuto lo scorso giungo, presso il NOI Techpark di Bolzano della start-up fiorentina Laborplay. La startup è stata fondata nel 2015 da Elena Gaiffi, Ezio Scatolini (bolzanino, docente universitario a Firenze), Mario Magnani, G. Andrea Mancini, e Manuele Ulivieri (in seguito si è aggiunta Elisa Menuzzo), ed è successivamente diventata uno spin-off dell'Università di Firenze riscuotendo un notevole successo grazie al suo metodo di sviluppo di prodotti e servizi basati sul gioco per migliorare la relazione e l’interazione tra domanda ed offerta lavorativa. Il progetto ha preso vita nel 2015 dall’intenzione di questi cinque psicologi del lavoro di creare servizi più coinvolgenti per le aziende alla quale offrivano consulenza. Alla base c’è la teoria per la quale quando le persone giocano risultano più disinibite e di conseguenza mostrano caratteristiche e abilità che in altri contesti difficilmente mostrerebbero. Da qui l’idea di utilizzare il gioco nel contesto organizzativo per osservarne le cosiddette “soft skills”, come ad esempio le capacità comunicative, di “problem solving” e di lavoro di squadra, oggi più che mai indispensabili nel mondo del lavoro. Un primo fondamentale passo è stata la creazione del cosiddetto “Modello Play” utile ad esaminare il comportamento professionale degli individui a partire dalle meccaniche e dalle abitudini di gioco del soggetto. Il modello è stato ottenuto comparando alcuni punteggi di gioco ottenuti su un campione di quasi 20.000 persone, con dei test tradizionali già validati. Grazie ad esso, Laborplay si è vista protagonista lo scorso ottobre di una selezione per nuovi stagisti svolta su richiesta dell’azienda Sorgenia: «L’ evento prevedeva che i sessanta candidati ruotassero tra i tavoli da gioco per poterli sperimentare tutti e cercare di ottenere i punteggi più alti - spiega Elena Gaiffi, sales Manager -. L’azienda ci ha indicato in precedenza le competenze che cercavano tra i candidati e in base a queste abbiamo deciso i giochi da utilizzare». Uno dei tanti successi che li ha aiutati a spostarsi dai colli fiorentini fino al NOI Techpark di Bolzano. La startup è stata infatti incubata al Parco Tecnologico per poter operare anche sul nostro territorio, aiutando aziende e privati: «Abbiamo intenzione di puntare all’internazionalizzazione del nostro progetto e Bolzano può essere senza dubbio un buon trampolino di lancio - continua Gaiffi -. Vediamo il NOI come cerniera tra il Nord d’Italia e il resto dell’Europa, e questo può offrirci grandi possibilità, in quanto realtà difficilmente reperibile in qualche altra parte d’Italia».

Ed è da questa volontà di allargare i propri orizzonti che la startup ha iniziato i lavori al lancio della sua prima applicazione ufficiale. La caratteristica più importante dell’app sarà il riuscire a mettere in contatto i candidati con le aziende, semplicemente grazie ad un click sullo schermo. L’idea è infatti quella di cercare di delineare un profilo del candidato tramite le informazioni che lui stesso inserirà. Tra tutte saranno importanti i punteggi di gioco che lui potrà condividere, le abitudini e le preferenze di gioco, assieme ad altre informazioni come le competenze che si hanno, le esperienze passate, e alcuni dati personali. Dall’altra parte dello schermo ci saranno le aziende, che possono inserire le loro posizioni aperte, e il tipo di profilo e di competenze che cercano. Se queste due realtà combaceranno, e il profilo si troverà in linea con gli interessi, si potrà creare un match per cui il candidato entrerà in contatto con l’azienda. Per questo sarà sempre importante condividere e aggiornare i propri punteggi, perché essi modificheranno il profilo e di conseguenza creeranno differenti possibilità di lavoro. L’applicazione sarà a pagamento per le aziende e disponibile entro la fine dell’anno.















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