Settore alimentare, 1,3 miliardi di export e 27 mila addetti

Rappresenta il 32% di tutte le esportazioni altoatesine In Alto Adige il comparto genera un plusvalore di 1,5 miliardi


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Con un apporto dell’8 per cento al Pil altoatesino, un valore aggiunto di oltre 1,5 miliardi di euro e migliaia di occupati il settore alimentare - agricoltura compresa - è uno dei comparti economici più importanti in Alto Adige. Per avere successo anche in futuro, c’è bisogno di una cooperazione ancora maggiore, di prodotti con una qualità sempre elevata, di nuovi mercati e di innovazione, hanno sottolineato i partecipanti al convegno sul settore alimentare che si è tenuto ieri a Bolzano.

Pochi altri settori possono presentare numeri simili al settore della produzione e lavorazione di alimenti e bevande. «Gli occupati sono 27 mila, il valore aggiunto prodotto è pari a 1,5 miliardi di euro, il valore delle esportazioni è di 1,3 miliardi di euro, il 32% dell’export complessivo», spiega il direttore dell’Ire della Camera di commercio di Bolzano, Georg Lun. Il settore alimentare grazie ai suoi marchi e alle sue imprese è un ambasciatore dell’Alto Adige nel mondo: questo è stato sottolineato ieri nel corso del convegno organizzato da Assoimprenditori Alto Adige e Südtiroler Bauernbund.

Per restare competitivi, saranno però necessari ulteriori sforzi. «La conquista di nuovi mercati è la strada da percorrere per continuare a crescere. Per riuscirci, le nostre imprese puntano su qualità dei prodotti, sostenibilità ambientale e innovazione continua: è questa la strategia da seguire anche in futuro», afferma il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan sottolineando che in questo campo l’Alto Adige può fare da modello per altre regioni.

«La forza dell’economia locale sta soprattutto nel fare squadra tra imprese e comparti economici diversi ed è su questo che bisogna puntare maggiormente sfruttando ancora di più le sinergie tra realtà piccole e medio-grandi, che non sono in contrapposizione tra loro ma vanno viste come un insieme», aggiunge Pan. Tra l’agricoltura come settore primario e l’industria alimentare questa collaborazione funziona già molto bene: il valore dei beni primari prodotti dall’agricoltura per la lavorazione all’interno dell’industria alimentare e delle bevande è pari a 350 milioni di euro. «Grazie all’elevata qualità dei prodotti agricoli, questo valore è destinato a crescere ulteriormente: le imprese mostrano grande interesse verso i nostri prodotti come le mele o il latte», sottolinea il presidente del Bauernbund, Leo Tiefenthaler.

«Il settore alimentare negli ultimi decenni, grazie anche alle misure della politica a favore delle zone rurali, ha contribuito in maniera determinante alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro in periferia», così il presidente della giunta provinciale, Arno Kompatscher. Secondo il direttore dell’Eos (Camera di commercio) Hansjörg Prast in futuro saranno decisivi due elementi: l’origine regionale del prodotto e la ricerca di nicchie di mercato. Infine, qualità e ricerca resteranno fondamentali.













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