Il report

Sos caro-casa e prezzi in salita. Le imprese: manca la forza lavoro

Città e territorio a due velocità: si allarga la forbice per i meno abbienti, gli alloggi costano due volte e mezzo che altrove e l’inflazione pesa. I dati raccolti da Bankitalia


Paolo Campostrini


BOLZANO. C’è un Alto Adige che cammina su un binario con le vaporiere e un altro che viaggia in alta velocità. Lo dice il report di Bankitalia, presentato martedì a Bolzano. Lo stato generale di salute altoatesino è buono, i parametri strutturali restano solidi, alcuni settori viaggiano più di altri ma la crisi ha forse colpito meno che altrove. Resta il divario che si allarga tra i gruppi sociali.

Casa alle stelle
Il prezzo medio al metro quadro si è attestato su valori pari a due volte e mezzo il dato nazionale; quest’anno la crescita dei prezzi è stata, qui, di quasi il 7%, nel resto del Paese del 3,8%.

Il caro spesa
Una famiglia spende oltre 2.300 euro in più all’anno per fare la spesa rispetto a quelle delle altre regioni.

Mutui carissimi
La rata dei mutui volata oltre il 3% mensile con costi annuali superiori ad un +20% complessivo. E con i mutui sono soprattutto i ceti medio-bassi a subire i contraccolpi. Il reddito disponibile è certo aumentato ma quasi tutto è finito nell’ ingranaggio dell’aumento dei prezzi e quindi è stato eroso un potenziale maggior potere d’acquisto. È sempre più marcato lo scarto tra chi ha poco e chi ha tanto: a partire dalla metà del 2021 il tasso di inflazione è risultato più elevato per le famiglie meno abbienti. Lo ha scritto la Banca d’Italia, non i sindacati. Aggiungendo: «Il differenziale rispetto alle famiglie più abbienti ha raggiunto il valore massimo di 6,5 punti percentuali, per poi scendere a tre l’opera scorso marzo». La ragione? Le famiglie meno abbienti sono caratterizzate da un paniere con una maggiore quota di spesa per abitazione e utenze e per i beni alimentari.

Sos a reperire manodopera
Una delle ricadute: grande difficoltà a reperire nuovi lavoratori. «Alla maggiore domanda di lavoratori - scrive il report di Bankitalia - si è accompagnato un aumento della quota di imprese che segnalano difficoltà a reperire mano d’opera». A Bolzano poi, questa strozzatura tra costo della casa e costo della vita sta portando la questione della mano d’opera, secondo Assoimprenditori, a livelli emergenziali. È questa la provincia abbastanza piegata dalla crisi e che sta perdendo terreno, fissata dalla tac annuale effettuata dalla sede bolzanina della Banca d’Italia.

Crescita occupazione
Poi, c’è la crescita dell’occupazione con un più 5,4%, calo del tasso di disoccupazione al 2.3, riduzione del ricorso alla cassa integrazione di oltre l’80%, naturalmente rispetto agli anni pandemici e dunque tornando ai livelli di quelli prima del Covid.

Pil poco più alto del nazionale
Poi il pil: «La sua crescita - ha rilevato Michele Benvenuti, direttore della filiale di Bolzano di Bankitalia - sarebbe, secondo gli indicatori, prossima al 4%, leggermente superiore a quello nazionale». Attestato a sua volta sul 3,7%. Tuttavia, le prospettive di crescita, e dunque successive al rimbalzo post pandemico, potrebbero essere limitate per l’anno in corso.

Economia tedesca in crisi
Un ulteriore freno, oltre all’inflazione e alla guerra? «Le perduranti difficoltà dell’economia tedesca - ha spiegato ieri alla presentazione del report Michele Cascarano della divisione analisi della filiale di Trento - che vede i tradizionali partner dell’export altoatesino in recessione quest’anno e in stagnazione per il 2024». Questo si sta già riversando sulle esportazioni nell’area, che raggiungono circa il 40% del totale delle esportazioni, e in particolare sui distretti dell’ automotive, come quello pusterese, molto collegati all’industria tedesca.

Inflazione al 12.5%
Poi l’inflazione, che colpisce nel mucchio, ma soprattutto i redditi fissi e i meno abbienti: lo scorso dicembre si è attestata sul 12,5%, con un valore superiore di 0,9 punti sul nazionale, con un accanimento particolare su abitazione, utenze e alimentare. «Nei primi mesi dell’anno - ha aggiunto Paolo Chiades, analista economico - pur rimanendo molto elevata nel confronto storico, l’inflazione ha mostrato segnali di indebolimento, grazie soprattutto alla riduzione dei prezzi dell’energia, scendendo allo 8,5%». Tutto questo concorso di fattori ha condotto ad una contrazione nella richiesta di mutui, ma soprattutto all’incremento del loro costo rispetto ai variabili il che, condito col forte aumento dei prezzi al consumo ha fatto rallentare ancora chi già viaggiava prudente.

Crescita dell’esportazione
Circa del 3%, ma con rallentamento rispetto al 2021.

Turismo col vento in poppa
Bene il commercio al dettaglio. Benissimo le attività di servizio, alloggio e ristorazione: le presenze turistiche sono aumentate del 45% riportandosi ai valori leggermente superiori a quelli massimi del 2019.

Depositi, crescita attenuata
Attenuata la crescita dei depositi con rallentamento dell’espansione creditizia nei primi mesi del 2023 dopo le risalite dell’anno precedente. «L’aumento del costo del credito - scrive il report - nel corso del 2022 ha poi aggravato l’onere del debito delle imprese sia in relazione ai prestiti in essere che alle nuove erogazioni». Stabilizzata e dunque non più in crescita, infine, la spesa per gli investimenti pubblici che qui, comunque, è stata sempre nettamente superiore, in termini di percentuale di spesa di quella nazionale.

Investimenti Pnrr
Procede bene, l’iter per gli investimenti nella cornice Pnrr. «In ogni caso - ha concluso il direttore Michele Benvenuti - lo stato generale di salute altoatesino è buono, i parametri strutturali restano solidi, alcuni settori viaggiano più di altri ma la crisi ha forse colpito meno che altrove». Resta il divario che si allarga tra i gruppi sociali.













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