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Sanremo, sul palco c’è Paola Egonu: «Sì, l'Italia è ancora razzista»

La campionessa del volley di origini nigeriane all’Ariston a fianco di Amadeus e Morandi. Superospiti i Maneskin

LE FOTO: La campionessa al Festival



SANREMO. Dopo Chiara Ferragni e Francesca Fagnani, ieri sera (9 febbraio) sul palco dell’Ariston la protagonista nelle vesti di co-conduttrice con Amadeus e Gianni Morandi è salita Paola Egonu, la regina italiana del volley dalla pelle nera. "L'Italia è un paese razzista, ma non tutti sono razzisti o tutti cattivi, ma se mi chiedete se c'è razzismo la risposta è sì", ha detto oggi in conferenza stampa la pallavolista di origine nigeriana. "L'Italia sta migliorando da questo punto di vista e non voglio fare la vittima, ma dico come stanno le cose".

Paola Egonu: «Sì, in Italia c'è ancora razzismo»

La campionessa del volley di origini nigeriane sul palco dell’Ariston a fianco di Amadeus e Morandi. Superospiti i Maneskin (foto Ansa)

"Tornare a giocare nella Nazionale? Sto metabolizzando tutto, ma se ci dovesse essere la possibilità, sì lo farei", ha detto la giocatrice, attesa per il suo monologo dopo la recente intervista a Vanity Fair in cui si è raccontata a cuore aperto, dagli episodi di razzismo subiti ai sacrifici legati alla carriera sportiva, fino al timore di mettere al mondo un figlio "dalla pelle nera" che potrebbe rivivere la crudeltà che lei, da sempre, ha dovuto sperimentare.

La terza serata

Nella terza serata del festival di Sanremo tornano sul palco tutti e 28 gli artisti in gara: a valutarli, questa volta, la giuria demoscopica (formata da 300 persone selezionate tra abituali consumatori di musica) e il televoto, con un peso al 50%. Sarà poi stilata una media tra questa votazione e quella precedente della sala stampa e verrà definita una nuova classifica complessiva.

Superospiti d'onore i Maneskin, reduci dalla delusione dei Grammy, ma anche da una cavalcata trionfale oltre oceano partita proprio dall'Ariston. Sul palco un altro pezzo della storia della musica, Peppino Di Capri: recordman del festival con 15 presenze sul palco.

La Rai e il “caso Fedez”

"A nome della Rai ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto, che deve esprimersi attraverso tutte le forme di arte e pensieri", ma "sempre a nome della Rai, dei vertici e sul mio nome, in maniera molto netta sento di dirlo, mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato, soprattutto nella gestualità". Atteggiamenti che "il servizio pubblico non può ammettere". Lo spiega il direttore Intrattenimento di prime time, Stefano Coletta, rispondendo in sala stampa a una domanda sulla performance del rapper che ieri sera in diretta ha strappato la foto del viceministro Bignami vestito da nazista.













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