Un paziente su 3 di Mici viene colpevolizzato per malattia



(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Un paziente su tre si sente colpevolizzato perché soffre di Mici (le malattie infiammatorie croniche intestinali), spesso in famiglia, e vorrebbe sentirsi più compreso da amici, colleghi e anche dal proprio partner. E' quanto emerge dall'indagine di Amici Onlus sulla percezione sociale della gravità dell'impatto delle Malattie infiammatorie croniche intestinali e sulla qualità della vita e le relazioni interpersonali, in occasione della Giornata mondiale dedicata a questa patologia e che ricade oggi.
    In generale, circa un terzo dei partecipanti riporta di sentirsi colpevolizzato dagli altri per i propri sintomi. Questo sembra avvenire più frequentemente nell'ambito familiare. Più della metà dei partecipanti afferma che vorrebbe potersi sentire più aperto con amici, colleghi e superiori.
    In media, i pazienti hanno ricevuto la diagnosi di Mici da 15 anni. Il 25% si trova in una situazione di comorbilità. Il 43% ha subito ricadute o aggravamenti nell'ultimo anno. La maggior parte dei pazienti intervistati (l'87%) ritiene che meno di un italiano su tre sappia cosa siano le Mici. I risultati dell'indagine sui cittadini però mostrano come più della metà dei rispondenti dichiari di aver già sentito parlare delle Mici, anche se solo il 15% afferma di averne una buona conoscenza.
    Quasi un italiano su 3 afferma, comunque, di non averne mai sentito parlare.
    La grande maggioranza (più dell'80%) dei partecipanti indica che almeno la maggior parte dei propri familiari e dei fornitori di assistenza sanitaria sono a conoscenza della loro malattia.
    Meno bene l'ambito delle amicizie: solo nel 58% dei casi vi è consapevolezza tra gli amici dei partecipanti.
    Solo in poco più del 40% dei casi, infine, colleghi e superiori sono a conoscenza della condizione di salute. Circa un paziente su tre indica di essere stato, almeno parecchio, infastidito da stati di tensione nervosa nell'ultimo mese. Il 62% dei pazienti afferma che, nell'ultimo mese, non si è sentito spesso stabile ed emotivamente sicuro di sé. (ANSA).
   









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