Eisbären Berlino, è realtà il sogno di Alex Trivellato

Hockey. Il ventenne talento di Laives ha firmato un biennale con il team campione di Germania


di Michele Bolognini


BOLZANO. «Ich bin ein Berliner». Il sogno hockeistico di Alex Trivellato, 20 anni, nato e cresciuto a Laives, sta diventando realtà. La sua carriera, iniziata in Alto Adige e proseguita sin dall’adolescenza in Germania (Kaufbeuren ed Eisbären a livello junior, FASS Berlin in Oberliga), è a una svolta epocale e per certi versi clamorosa. Lo rivela lui stesso, con la voce che quasi trema per l’emozione di un passo che, partendo dall’Italia, nessuno ha mai fatto.

Trivellato, sentiamo la novità…

«Ho firmato un contratto di due anni con gli Eisbären Berlino, la squadra campione di Germania in DEL. Non mi sembra vero».

Comprensibile: assieme a Thomas Larkin (Columbus Blue Jackets), Diego Kostner (Lugano) e Andreas Bernard (SaiPa Lappeenranta) lei è il meglio dell’hockey italiano da esportazione. Ci racconti come è andata.

«Dopo la buona stagione in Oberliga mi stavo guardando attorno per cercare una sistemazione in Germania. Una cosa molto difficile, visto che ormai non sono più junior e “occupo” il posto di uno straniero. Ho anche cambiato agente, e lui mi ha procurato un contatto con Dresda, formazione della Bundesliga, la serie B tedesca».

A quel punto?

«A quel punto è intervenuto il manager degli Eisbären (Peter John Lee, ndr) che ha bloccato l’operazione. Mi ha offerto un contratto biennale, perché vuole tenermi sotto stretta osservazione».

In concreto, cosa significa?

«Che farò la preparazione con i campioni di Germania, compreso il prestigioso European Trophy, il torneo estivo con squadre svedesi, finlandesi e ceche. Se farò bene avrò subito la chance di far parte a tempo pieno degli Eisbären».

In caso contrario?

«Si riaprirebbero le porte dei Dresdner Eislöwen, in Bundesliga. La decisione verrà presa a metà settembre, e se anche le cose dovessero andare male potrei avere una seconda chance a dicembre. L’attestato di stima è davvero grande».

Cosa si prova, a 20 anni, a firmare un contratto da professionista con una delle squadre più importanti di Germania (tre titoli consecutivi) e d’Europa?

«Una soddisfazione enorme. Quando la settimana scorsa sono stato in sede a firmare il contratto mi sono passati davanti agli occhi tutti i sacrifici fatti per arrivare fin qua. La lontananza da casa a dire il vero non mi è mai pesata più di tanto, ma con la bandierina italiana a fianco del proprio nome non è facile riuscire a imporsi nell’hockey su ghiaccio internazionale».

Quante chance pensa di avere di restare subito in pianta stabile negli Eisbären?

«Non pochissime, ritengo, e dipende tutto da me. Attualmente a roster siamo 8 terzini, ne arriveranno un altro paio, ma per un campionato come la DEL, e per una squadra ambiziosa come Berlino, c’è bisogno di una rosa molto ampia».

Mai pensato di tornare indietro? In Italia, intendo…

«Ci sono andato abbastanza vicino poco prima di firmare il biennale con gli Eisbären. Mi ha cercato l’amministratore delegato del Bolzano Dieter Knoll, e devo dire che l’ipotesi di disputare la EBEL mi attirava. Un’occasione come quella che mi sta capitando, però, non potevo lasciarla sfuggire: è sempre stato il mio sogno».

Adesso si gode le vacanze?

«Non proprio. Ho fatto in tutto tre settimane di stop dopo il termine della scorsa stagione, poi ho sempre continuato a lavorare: a secco e sul ghiaccio, qui a Berlino. La preparazione precampionato è già iniziata e mi sto allenando con tutti i giocatori tedeschi: io sono l’unico straniero».

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