Gruppo altoatesino tra migliaia di nordici

Sono una sessantina: c'è anche Florian Kostner, figlio del primo vincitore


Antonella Mattioli


 BOLZANO. Su un esercito di 7.200 concorrenti, in prevalenza nordici, saranno 65 gli altoatesini, di cui 4 donne, che domenica 29 gennaio parteciperanno alla Marcialonga: 70 km di fatica e sudore tra Val di Fassa e Val di Fiemme. Due gareggeranno sul percorso light di 45.  I VETERANI. Nella ristrettissima èlite dei senatori, ovvero di coloro che hanno fatto tutte le edizioni (questa è la 39º), c'è anche il bolzanino Giancarlo Pigozzo. Bruno Benetello, 71 anni pure lui bolzanino, non è un senatore ma ne ha fatte una trentina e, ovviamente, sarà alla partenza da Moena anche domenica prossima. Una settimana fa ha testato la preparazione cimentandosi nella Pustertaler ski-marathon sia nella prova a skating (28 km) che a tecnica classica (42 km). «Ma il mio obiettivo più che il tempo - assicura - è arrivare al traguardo di Cavalese». Benetello ricorda le prime edizioni negli anni '70: «Non sono passati tanti anni ma sembra un'eternità. Le piste, Marcialonga compresa, erano dei campi di guerra: le tiravano con un rullo. La mattina della gara partivamo da Bolzano in nove con il furgone che usavo durante la settimana per portare frutta e verdura al mio banchetto di piazza Erbe». Tempo per allenarsi Benetello ne aveva poco: «Solo la domenica mattina, ciononostante la passione è sempre stata più forte di tutto». Oltre che a far fondo con gli sci comprati per pochi soldi da un amico ferroviere dalle parti di Torino, Benetello ha imparato anche l'arte e i segreti della sciolinatura. «Le prime gare le ho fatte con sci che pesavano più di tre chili e si sciolinava dalla punta alla coda (oggi la sciolina di tenuta si mette solo sotto lo scarpone, su punte e code paraffina). Gli sci erano lentissimi e arrivare in fondo era un'impresa». Questo succedeva ieri ma sembra la preistoria. Sono cambiati i materiali, è migliorata la preparazione, è aumentato l'agonismo e anche l'esercito dei bisonti è comunque in gara contro il cronometro. Tutto ciò a scapito dell'aspetto folcloristico della manifestazione. «Una volta ai ristori - dice Benetello - c'era chi si fermava a mangiare il pollo allo spiedo e fare quattro chiacchiere. Oggi ai ristori ci si ferma al volo a bere integratori e mangiare cioccolato o frutta secca». Il bolzanino ha trasmesso la passione per lo sport al figlio Mirco: anche lui, funzionario della Confesercenti, sarà alla Marcialonga. Tra la piccola pattuglia bolzanina Paolo Cologna, zio di Dario, leader della Coppa del mondo di fondo e vincitore del Tour de Ski che abita in Val Monastero (Svizzera). Quella del fondo è una passione di famiglia: «Prima che Dario entrasse nella nazionale svizzera era mio fratello Remo a sciolinargli gli sci». Paolo Cologna di Marcialonga ne ha fatte una dozzina: «È una sfida con se stessi: un'occasione per allenarsi sempre».  I FRATELLI. Dopo tre anni di assenza Francesco Menapace, 53 anni pure lui bolzanino, ha deciso di tornare a cimentarsi con i 70 km della Marcialonga. Assieme a lui due dei suoi tre fratelli: Sandro e Marco. Quanto ad altezza - viaggiano intorno ai 190 centimetri - possono competere con i nordici. «Il mio obiettivo - dice Francesco - è quello di fare un buon tempo per ottenere un buon pettorale per l'edizione del 2013 della Vasaloppet». Menapace ride quando pensa alle sue Marcialonge: la prima nel 1982. «Arrivare in fondo era un'avventura. Io allora ero tra i giovani che cominciavano a fare skating e durante la gara si scatenavano liti furibonde con chi andava in classico: ci accusavano di distruggere i binari. Problema risolto: oggi si va tutti in classico».  IPOVEDENTI. Il gruppo ipovedenti e ciechi dell'Alto Adige in questi giorni è all'Alpe di Siusi per la tradizionale settimana bianca. Per la maggior parte è soprattutto un'occasione di divertimento e svago, per Paolo Lorenzini, ipovedente, veterano di Marcialonga e Gran fondo, l'occasione per una full immersion. Accanto a lui Beniamino Sartori, la sua guida. Alla partenza di Moena saranno come di consueto in coppia: Lorenzini punta a fare un buon tempo («sotto le 5 ore») e Sartori, che ha l'agonismo nel sangue, lo inciterà.  IL PRIMO VINCITORE. Ulrico Kostner, 65 anni di Ortisei, ne aveva 25 quando ha vinto la prima edizione della Marcialonga (68,5 km in 3 ore e 12), battendo in casa l'olimpionico Franco Nones (oro a Grenoble nel 1968). Kostner, che correva con la squadra dei Carabinieri, si era iscritto all'ultimo momento: «Avevo scelto - ricorda - l'ultimo numero: pettorale 1157. A Moena ero arrivato il giorno prima, ospite del mio amico Renzo Chiocchetti. Abbiamo sciolinato assieme: la pista era ghiacciata, avevo messo una mano di colla su tutta la lunghezza e poi due tubetti di sciolina su paio di sci con le lamine rosse. Chiocchetti non aveva messo la colla e arrivò a Molina sul legno». Kostner è tornato alla Marcialonga un paio d'anni fa e intende rifarla il prossimo anno: «Ci sono i Mondiali master e sarà l'occasione per prepararsi bene».  I PROMESSI SPOSI. In casa Kostner, quest'anno, ci sarà il passaggio di testimone tra Ulrico e suo figlio Florian, 32 anni, anche lui nella squadra dei Carabinieri. Il giovane Kostner ha già vinto la Marcialonga light, ma questa è la sua prima volta alla gara principe. A differenza del padre, Florian quasi sicuramente non userà sciolina, ma andrà tutto di spinta mettendo solo paraffina. In gara anche la sua futura moglie (matrimonio a primavera) Stephanie Santer, pusterese, azzurra della squadra delle lunghe distanze, che sabato ha vinto la Pustertaler ski-marathon in skating. «Mi sento bene - dice la bella Stephanie - anche gli allenamenti di spinta vanno bene. Unica incognita la distanza: mai gareggiato su 70 km».  

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