HOCKEY»LA CORSA ALLO SCUDETTO

BOLZANO. Ancora tu, ma non dovevamo rivederci più? L’incubo-Asiago torna ad agitare il sonno dei lupi, che ululano di dolore dopo le cinque sanguinose ferite rimediate in gara-1 di semifinale. Il Val...


di Michele Bolognini


BOLZANO. Ancora tu, ma non dovevamo rivederci più? L’incubo-Asiago torna ad agitare il sonno dei lupi, che ululano di dolore dopo le cinque sanguinose ferite rimediate in gara-1 di semifinale. Il Val Pusteria, l’unica sopravvissuta delle tre sorelle altoatesine dopo la clamorosa eliminazione di Renon e Bolzano, rivede i fantasmi del passato, e per scacciarli via deve chiamare a raccolta tutto il branco.

La sfida di questa sera all’Odegar è di quelle che valgono un bel pezzo di stagione: una vittoria significherebbe rimettere le cose a posto e ripartire da zero, un’ulteriore sconfitta rischierebbe di dare una durissima mazzata al morale della squadra di coach Paul Adey e a tutto l’ambiente pusterese.

Già, perché lo spettro di una nuova dolorosa fine del sogno-scudetto mette davvero paura. I precedenti. Tre anni anni fa i lupi arrivarono ai play-off come logici favoriti almeno per l’ingresso in finale, e invece furono sbranati dai leoni vicentini in semifinale. Sempre l’Asiago, la stagione successiva, fece svanire i sogni di gloria in un’incredibile finale-scudetto condizionata dallo 0-5 a tavolino in gara-5 (due portieri stranieri a referto) e dalla sconfitta nella decisiva gara-6 a metà del secondo tempo supplementare: quel gol di Intranuovo, la famosa rete di mezzanotte, a Brunico non l’hanno ancora digerita. E la rivincita presa la scorsa stagione ai quarti di finale (un roboante 4-0) non ha cancellato ansie e paure.

Quando il Val Pusteria affronta l’Asiago, sembra che le gambe tremino un po’ più del solito, anche perché l’ossatura della squadra è sempre la stessa da tre anni a questa parte, e certe scorie mentali sono difficili da metabolizzare. Delusione in gara-1. La prima partita della serie al meglio delle sette ha messo a nudo tutti i limiti dei lupi, che per 30 minuti hanno lasciato pista libera agli avversari. Il risveglio c’è stato, ma è stato a scoppio troppo ritardato: sotto di quattro reti, infatti, sarebbe servita un’autentica impresa per completare la rimonta.

Il Val Pusteria, in ogni caso, ha dimostrato di saperci mettere intensità, quello che manca è la lucidità, la freddezza, la solidità mentale prima ancora che tecnico-tattica. Sfida fra prime linee. Si dice che l’Asiago dipenda troppo dalla sua prima linea d’attacco: in parte è anche vero, ma il fatto è che quei tre (Ulmer, DiDomenico e Bentivoglio) sono devastanti. Nelle 7 partite di play-off hanno messo a segno 16 gol e 31 assist, producendo il 57% dei gol della formazione giallorossa. Il problema, però, è che anche il Val Pusteria dipende molto dal terzetto Jensen-Cullen-Oberrauch: con 11 gol su 21, più della metà delle reti dei lupi porta la firma di uno dei tre. Chi rispetto a gara-1 deve crescere è Jean-Sebastian Aubin: se il Val Pusteria vuole girare la serie deve fare affidamento soprattutto sul suo portiere. L’analisi più cruda, ma tutto sommato più realistica della situazione, la fa il direttore sportivo dei vicentini, Renato Tessari: «Alla fine contano solo i play-off – sottolinea - ad Asiago abbiamo imparato bene che arrivare davanti in regular season conta poco o nulla».













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