Egna, il ponte sull’Adige: «Si sgretola, va rifatto» 

Residenti e lavoratori preoccupati per le condizioni dell’infrastruttura sul fiume «Da anni ci promettono un nuovo manufatto. Che però non arriva mai»


di Bruno Tonidandel


EGNA. Dal crollo del viadotto di Genova siamo diventati un po’ più guardinghi nell’attraversare un fiume su di un ponte o di imboccare un sovrappasso: si osservano i pilastri, si scruta l’asfalto davanti a noi. È diminuita insomma la fiducia nei nostri costruttori, anche se il manufatto è di recente realizzazione. Non così avviene per il vecchio ponte di Egna che solca l’Adige, sulla strada che dal centro paese porta verso la stazione ferroviaria e poi a Termeno. Da mesi, forse da anni, soprattutto i residenti che abitano in via Stazione e nelle zone di Isola di Sotto e Isola di Sopra, i dipendenti delle varie aziende che operano nella parte destra dell’Adige (prima fra tutte la Würth) e i numerosissimi pendolari che ogni mattina utilizzano il treno per recarsi al lavoro, conoscono le precarie condizioni in cui versa questo manufatto costruito almeno una cinquantina di anni fa e che nel tempo ha subìto solo qualche ritocco o lieve modifica. «Da anni – ci dice Aldo Carlin, che ci passa tutti i giorni con la sua bici – il Comune di Egna, la Provincia e pure l’Autobrennero ci promettono un nuovo manufatto che in un’unica arcata dovrebbe solcare il fiume e l’A22. Solo promesse, e intanto il ponte si sta sgretolando». «Il progetto c’è già – ha confermato il consigliere comunale della lista civica Bündnis Arthur Cappelletti, il candidato che alle ultime elezioni comunali è stato il più votato a Egna, dopo il sindaco Pichler – ma non si decide di dar corso all’opera».

E in effetti il ponte sull’Adige è veramente malmesso. In più qui il traffico è molto intenso e non solo da parte di auto, moto e bici; qui ci passano autocarri, trattori e molti pullman. È quindi pericolante? Non sta a noi valutarne la sicurezza, certo che così com’è non sembra un’opera viaria modello. Per varie ragioni. Per esempio tutte le strutture metalliche sono ricoperte da un alto strato di ruggine; inoltre le ringhiere, pericolosamente inclinate, sono saldate su spuntoni di cemento che si sgretola. Ci dicono che sia stato risistemato negli anni Novanta con la creazione di un passaggio pedonale molto angusto, quindi sicuramente sotto misura. C’è poi un altro elemento a dir poco instabile: all’ingresso del ponte, sulla sponda sinistra, un tratto di spalletta, sulla destra, probabilmente perché urtata da un mezzo meccanico, è piegata verso il fiume ed è stata fissata a una staccionata in legno che costeggia la pista ciclabile, con del filo di ferro. I piloni che sorreggono il ponte, poi, infissi nel greto del fiume, sono scrostati, il rivestimento in cemento se n’è andato e si notano i tondini in ferro dell’armatura.

«Già una ventina d’anni fa – ci dice ancora Aldo Carlin – si parlava di un ponte nuovo ma poi Egna è rimasta al palo perché sono stati costruiti i manufatti di Salorno e di Vadena. Ma Egna conta così poco?». Gli abitanti al di là dell’Adige manifestano una certa preoccupazione e naturalmente pensano a quello che è accaduto a Genova. E minacciano anche di scendere in campo con una raccolta di firme, se i ritardi nel progetto del nuovo ponte dovessero continuare. Ne va, fra l’altro, della loro sicurezza ma anche di quelli che attraversano l’Adige saltuariamente. Forse è meglio fare presto.













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