Bolzano

È morto Marco Bergamo, il serial killer di Bolzano

Aveva 51 anni ed era stato condannato a quattro ergastoli e 30 anni di reclusione per aver ucciso cinque donne tra il 1985 e il 1992. 



BOLZANO. È morto Marco Bergamo, il serial killer di Bolzano condannato quattro volte all'ergastolo e a 30 anni di reclusione per l'assassinio di cinque donne.

Bergamo, 51 anni, stava scontando la sua pena nel carcere Bollate di Milano, e dieci giorni fa era stato ricoverato in ospedale, sempre nella località lombarda, per problemi polmonari.

Morto Marco Bergamo, il serial killer di Bolzano: una lunga scia di vittime

Cinque vittime innocenti di una furia omicida che per anni ha fatto piombare nel terrore la città di Bolzano. Marco Bergamo commise il primo omicidio nel 1985, l'ultimo nel 1992. Fu condannato a 4 ergastoli. E' morto all'età di 51 anni a seguito di una infezione polmonare - LEGGI L'ARTICOLO

Marco Bergamo aveva terrorizzato il capoluogo tra il 1985 e il 1992, diventando quello che tutti conoscevano come il "mostro di Bolzano", uccidendo cinque donne. Il primo omicidio è datato 3 gennaio 1985 e la vittima è la 15enne Marcella Casagrande. Successivamente il killer ucciderà Anna Maria Cipolletti, Renate Rauch, Renate Troger e Marika Zorzi, quest'ultima ammazzata il 6 agosto del 1992, il giorno del 26esimo compleanno di Marco Bergamo.

La storia di Marco Bergamo Il serial killer di Bolzano: cinque gli omicidi commessi tra il 1985 e il 1992, l'ultimo compiuto il giorno del suo compleanno. 

Le cinque vittime di Marco Bergamo: 
Marcella Casagrande 15 anni
Anna Maria Cipolletti 41 anni
Renate Rauch 24 anni
Renate Troger 18 anni
Marika Zorzi 19 anni
 
Qualche giorno dopo l'ultimo omicidio Bergamo venne arrestato e condannato a quattro ergastoli e ulteriori trent'anni di carcere. Gli ultimi mesi di detenzione il "mostro di Bolzano" li ha trascorsi a Bollate, dove è morto, in ospedale, a seguito di un'infezione polmonare. 

Nel 2014 la Corte d'Assise di Bolzano era tornata ad occuparsi di Marco Bergamo, respingendo la richiesta del serial killer di essere giudicato con rito abbreviato per gli omicidi da lui commessi. Secondo la Corte, Bergamo non poteva godere di tale diritto in quanto, nell'arco temporale della sua vicenda processuale, il rito abbreviato non era mai previsto per reati da ergastolo. In secondo luogo, il codice penale italiano prevede che questo tipo di diritti all'applicazione retroattiva non siano possibili qualora ci siano sentenze definitive e irrevocabili, come nel caso di Bergamo.













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