Alcol, le donne bevono sempre di più

Il “binge drinking” e il consumo femminile le criticità rilevate dall’Istat. Il Forum Prevenzione: «Questione di cultura»


di Alan Conti


BOLZANO. Troppi altoatesini considerano l’alcol lo strumento per una sbornia eccezionale e non un moderato piacere quotidiano. Donne comprese. L’ultimo studio dell’Istat sul consumo di bevande alcoliche in Italia fornisce alcune indicazioni importanti sulle abitudini dei bolzanini. «Alcuni trend sono preoccupanti - conferma il direttore del Forum Prevenzione Peter Koler - anche se sarebbe necessario procedere con ricerche ancora più dettagliate». I numeri, come detto, descrivono una società che si avvicina all’alcol saltuariamente ma in dosi eccessive. Il 19,8% degli altoatesini, infatti, ammette di aver bevuto almeno sei consumazioni in occasione di eventi importanti o feste. È il fenomeno identificato da anni con il termine “binge drinking”. La media italiana di chi ammette lo stesso comportamento è meno della metà: 7,3%. «Non solo - sottolinea Koler - ma è importante considerare come un altoatesino su cinque accetti culturalmente questo comportamento. Molti, insomma, non lo percepiscono come un pericolo. È semplicemente un eccesso isolato». La maggioranza della popolazione, inoltre, beve almeno una volta all’anno. La percentuale altoatesina arriva al 73,3% contro una media nazionale del 64,7%. Si tratta del valore più alto in assoluto in Italia. «Basterebbe questa indicazione a comprendere la forte diffusione dell’alcol in Alto Adige. Siamo davvero molto distanti dalle abitudini nazionali». È scorporando questo dato, però, che emerge una novità preoccupante. Le altoatesine che dichiarono di consumare bevande alcoliche almeno una volta all’anno sono il 66,7%. Il dato italiano è fermo al 52,9%. «Questo valore influisce in modo determinante alla media altoatesina - continua Koler - e fornisce anche un’indicazione di come il consumo di alcol sia visto in modo diverso dalle donne altoatesine rispetto alle donne delle altre regioni». In cosa consisterebbe questa differenza? «Incidono i modelli culturali di consumo. Le culture transalpine e quelle mediterranee, infatti, concepiscono e accettano diversamente il consumo di alcol da parte delle donne». Ci sarebbero, insomma, meno resistenze ideologiche nella nostra regione. Una convinzione, però, che vacilla di fronte alle rilevazioni sul consumo quotidiano di alcol. Si parla, generalmente, del classico bicchiere di vino ai pasti. Qui l’Alto Adige si posiziona ampiamente sotto la media nazionale. Il valore provinciale, infatti, è del 17% contro il 21,4% degli italiani. «Solo in Sicilia e in Calabria bevono di meno quotidianamente. Se si considerano solo gli uomini, inoltre, la quota degli altoatesini sarebbe la più bassa di tutta Italia». Tra queste, però, vanno considerate le abitudine quotidiane considerate “a rischio”: più di due consumazioni per gli uomini e una per donne, minori e over 65. L’11,3% rientra in questa categoria contro il 10,4% degli italiani.

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