L'intervista

Il virologo Pregliasco bacchetta i No vax: "Solo il vaccino ci salverà» 

Il docente universitario e direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, altoatesino d’adozione (ha una casa a Sarentino) non ha dubbi: "I sanitari devono proteggere loro stessi i loro pazienti e diventare testimonial. Bisogna convincerli puntando sull’informazione"

L'ATTACCO agli obiettori del professor Galli


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Il vaccino è l’unica possibilità reale che abbiamo di proteggere noi stessi dal Covid e recuperare l’economia messa in ginocchio dalla pandemia. Per questo i sanitari devono essere i primi a vaccinarsi, per non infettarsi e non rischiare di far ammalare i loro pazienti. Non solo: devono essere i testimonial del vaccino». Questo il messaggio di Fabrizio Pregliasco - virologo, docente universitario e direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, altoatesino d’adozione (ha una casa a Sarentino e ha insegnato anche all’Università di Bolzano) - ai troppi sanitari altoatesini che pur avendo il “privilegio” – com’è giusto che sia visto il ruolo importantissimo che ricoprono - di potersi vaccinare tra i primi, hanno rifiutato. Solo il 50,2% del personale sanitario dell’Asl ha accettato di farsi iniettare la prima dose. Risultato: l’Alto Adige conferma il triste primato della provincia/regione italiana con il più basso tasso di persone immunizzate. Vale per i vaccini in genere; rischia di valere ancora di più per i vaccini anti-Covid messi a punto con tecnologie di ultima generazione.

Professor Pregliasco, com’è possibile che davanti ad una pandemia che ha fatto strage anche tra i sanitari italiani, in Alto Adige ci sia un numero così elevato di NoVax?

La cosa mi preoccupa, ma non mi stupisce. Purtroppo l’Alto Adige si conferma una terra con una marcata resistenza nei confronti dei vaccini. Il rischio è che se i sanitari non sono i primi a dare l’esempio, ci saranno pochi vaccinati anche tra la popolazione. Attenzione però perché se qualcuno non ha paura di ammalarsi di Covid; potrebbe preoccuparsi di più all’idea delle ripercussioni sul turismo. Di questi tempi non è una buona pubblicità essere una terra con pochi vaccinati.

Come si proteggono i pazienti, introducendo l’obbligatorietà del vaccino?

Certo sarebbe la strada più efficace, ma creerebbe tensioni. Per questo non mi entusiasma. Dover rendere obbligatorio un vaccino che tutti dovrebbero invece correre a voler fare, mi sembra una sconfitta.

Cosa propone?

Bisogna puntare sull’informazione fatta in maniera approfondita per il personale sanitario. Tutti debbono comprendere i benefici; altre armi non ne abbiamo.

A preoccupare sono i tempi brevi della messa a punto dei nuovi vaccini.

È per questo che bisogna puntare sull’informazione, per spiegare che i vaccini, a partire da Biontech-Pfizer, non hanno saltato alcuna delle fasi previste. L’accelerata si giustifica con la messa a disposizione di enormi risorse umane, economiche e finanziarie. Inoltre - cosa mai successa prima - è la prima volta che nel giro di così poco tempo si riescono a trovare 50 mila volontari disposti a partecipare agli studi.

A chi non si fida dei vaccini a base mRna messaggero: cosa dice?

Ci si stava lavorando da tempo, il Covid ha dato la spinta decisiva. Sarà la base per la messa a punto di farmaci nuovi in altri campi.

E se poi fra 5-10 anni si scoprisse che il vaccino anti-Covid avrà effetti collaterali ?

Può darsi. Proprio per questo quando si introduce un nuovo farmaco o nuovo vaccino si prevede poi il monitoraggio su larga scala che va avanti anni. Vale per tutti: non solo per l’anti-Covid.

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