Ipes, denuncia i pusher e viene minacciata 

Aveva segnalato la situazione insostenibile creatasi in un palazzo di via Milano Nei giorni scorsi l’intimidazione, subito denunciata alla Polizia: «Aiutatemi»



BOLZANO. Qualche settimana fa, avevamo scritto delle movimentate notte che, ormai da tempo, turbano i sonni di un’intera palazzina di via Milano. A contattare l’Alto Adige, era stato uno degli inquilini. Anzi, una delle inquiline, che descriveva una situazione ormai non più sostenibile. Uno degli appartamenti dell’edificio, infatti, è diventato una sorta di covo in cui un nutrito di uomini e donne, quasi tutti magrebini, svolgono la loro attività. Urla, litigi e un viavai continuo lungo il giroscale e davanti all’edificio, dove, non di rado, stazionano signorine, probabilmente in attesa di clienti da far salire anch’essi nell’appartamento. In un’occasione, qualcuno è arrivato addirittura a smontare la serratura dal portoncino d’entrata, al piano terra, così da non dover suonare ogni volta il campanello e attendere che qualcuno aprisse.

La donna che aveva contattato la nostra redazione aveva spiegato che l'intestatario dell'appartamento è un bolzanino diversamente abile il quale, per ragioni tutte da chiarire, sembra aver deciso di subaffittare i suoi locali, in cambio di qualche beneficio. Più volte, sono intervenuti polizia e carabinieri e la situazione è stata segnalata più volte all’Ipes. Senza che accadesse nulla, però.

Anzi, a dire il vero, una cosa è accaduta. Ed è una cosa molto grave, perché l’inquilina è stata minacciata. Nei giorni scorsi, l’intestatario dell’alloggio, con al fianco la compagna, ha suonato alla porta della donna e, dopo averla invitata a smetterla di chiamare continuo le forze dell’ordine «perché sennò mi tolgono la casa», le ha rivelato che «ti vogliono fare qualcosa», riferendosi ovviamente ai suoi “ospiti”. Non ci vuole molto per capire che si è trattato di un invito chiaro a smettere di lamentarsi, pena ripercussioni non ben chiare. Un’intimidazione a cui la donna, giustamente, ha risposto recandosi subito in questura per presentare querela. Una querela che rappresenta una disperata richiesta di protezione, ma anche l’ennesimo grido d’aiuto rivolto alle istituzioni, affinché intervengano e risolvano il problema. In primis l’Ipes, che a suo tempo ha assicurato di star monitorando quanto accade in via Milano, ma che continua a rimanere immobile. Adesso, però, sembra proprio che non ci sia più tempo da perdere.

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