L’avvocato Ferretti: per ora nessuno chiude

Sul gioco d’azzardo la legge di stabilità prevede una conferenza Stato-Regioni entro il 30 aprile



BOLZANO. E’ molto probabile che per assistere a novità sostanziali in materia di sale gioco in Alto Adige si dovrà attendere ancora qualche mese , nonostante la legge provinciale che vieta l’attività in un raggio di 300 metri da cosiddetti luoghi sensibili , sia pienamente in vigore e nonostante molti esercizi non abbiano ottenuto il rinnovo delle licenze. Per il momento nessuno dei gestori delle sale gioco di Bolzano è stato raggiunto da provvedimenti limitativi, se non addirittura di chiusura.

Nel frattempo peri i legali che sono pronti a dare battaglia sembrano avere un’arma in più a loro a disposizione. Si tratta di alcune modifiche contemplate nella legge di stabilità 2016 approvata a fine anno e nella quale, al comma 534 bis, è previsto che entro il 30 aprile si organizzi una conferenza unificata Stato, regioni ed enti locali nel corso della quale dovranno essere definite «le caratteristiche dei punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico, nonchè i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori di età».

Il problema di come permettere la gestione del gioco d’azzardo è dunque proposto dal governo su scala nazionale ed anche la Provincia autonoma di Bolzano prenderà parte al vertice.

«Il discorso si fa serio - commenta l’avvocato Marco Ferretti, legale di fiducia di alcune delle maggiori sale gioco aperte a Bolzano - in gioco c’è il futuro di attività avviate in larga parte da sette o otto anni , che impiegano personale dipendente a tempo indeterminato , pagano fior di tasse, per ottenere le concessioni l’iter è estremamente complicato con fidejussioni e collegamenti in tempo reale con i Monopoli di Stato per il continuo controllo dei flussi dei giochi e le percentuali di vincite».

Secondo l’avvocato Ferretti è auspicabile che Provincia e Comuni non pensino di andare avanti da soli senza attendere le decisioni che saranno assunte a livello nazionale in accordo anche con gli enti locali. «Quello della tutela delle cosiddette fasce deboli è un problema che si presenta ovunque e non soltanto in Alto Adige - ricorda ancora l’avvocato Ferretti - penso che in questa partita non possa non entrare lo Stato perchè gli esercizi sono in attività in forza di concessioni rilasciate proprio dallo Stato». (ma.be.)

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