Ristrutturazioni

L’Ipes non consegna gli alloggi: «Cantieri bloccati per i rincari» 

Surian e Schönsberg (Centro Casa): «Abbiamo centinaia di proteste, famiglie in difficoltà». Tosolini (Ipes): «Ritardi nelle consegne dei materiali». Palfrader: «Ditte in attesa dell’adeguamento prezzi fino al +20%»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Siamo tempestati di telefonate. Abbiamo decine di famiglie in forte difficoltà a cui l’Ipes ha assegnato un alloggio che non arriva, perché le ditte hanno bloccato le ristrutturazioni. E adesso in tanti non sanno come fare e si rivolgono a noi per un aiuto. Molti si stanno organizzando con i residence, ma i prezzi sono alti. Tutti ci chiedono il motivo di questi ritardi»: parla così Maurizio Surian del Centro Casa alle prese con un’emergenza che lo preoccupa.

«Mi dicono che le consegne potrebbero slittare anche di 8 - 10 mesi, un bel problema. C’è gente che avendo avuto dall’Ipes una data certa per la consegna ha disdettato il vecchio appartamento e adesso si vede costretta a chiedere una proroga ai proprietari. E non tutti sono disposti ad offrirla perché hanno inquilini in attesa di entrare», così Surian.

Francesca Tosolini, presidente dell’Istituto di edilizia agevolata, conferma il disagio: «Le ditte hanno oggettive difficoltà a reperire le materie prime e sono in sofferenza per i ritardi nella consegna dei materiali. Siamo nel mezzo di una crisi del mercato internazionale che coinvolge anche le ditte che lavorano con noi e che purtroppo non riescono a rispettare i tempi. Stiamo facendo il possibile per accelerare». Le famiglie in crisi sono una cinquantina, ma le segnalazioni sono molte di più.

Willy Palfrader, direttore generale dell’Istituto, dice che le questioni cardine sono sostanzialmente tre. «Le forniture sono in forte ritardo. Non arrivano infissi, soprattutto finestre, guaine per l’impermeabilizzazione e non arriva ferro. Impossibile in queste condizioni portare a termine i lavori. E poi imprese ed aziende artigiane soffrono per l’incredibile aumento dei prezzi dei materiali che arriva fino al 30-40%. La scorsa settimana la giunta provinciale ha dato l’ok ad un aumento fino al 20% dei prezzi già concordati e molte ditte hanno bloccato i cantieri in attesa di ottenere un adeguamento».

La Provincia ha appena adottato - infatti - una delibera per contrastare il caro materiali e adeguare i prezzi dei prodotti da costruzione e delle materie prime da pagare alle imprese appaltatrici. Non si tratta di una revisione automatica, ma di un meccanismo da applicare ad ogni gara: sia ai nuovi bandi, che con l’elenco prezzi 2022 andrebbero deserti, sia a quelle in essere che necessitano di un aggiustamento dei costi. Il provvedimento, spiega la Provincia in una nota, contiene una tabella di prezzi unitari di prodotti da costruzione (tegole, mattoni, calcestruzzo, bitume, tubi, ma anche smaltimenti in discarica) utilizzabili nelle analisi prezzo per adattare l’importo a base d’asta. «La delibera è recentissima e siamo al lavoro per contattare le ditte, sederci attorno ad un tavolo ed adeguare i prezzi. Sappiamo benissimo - conclude Palfrader - che il ritardo sta creando problemi. Abbiamo trovato soluzioni alternative per due casi che erano veramente problematici».

Primo Schönsberg - operatore del Centro Casa - tira su ogni giorno il telefono e cerca di dare risposte agli inquilini in attesa. «E non è facile. Le ditte che hanno pattuito i prezzi nel 2021 o prima si trovano per colpa della crisi energetica e dei rincari delle materie prime a pagare un 35% in più. E tante stanno restituendo il cantiere. Ma ci sono problemi anche all’interno dell’Istituto perchè all’Ufficio assegnazione alloggi ed all’Ufficio contratti manca personale e la mole di lavoro risulta difficile da smaltire».













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