La rabbia del rione «Cacciare i clienti»

L’avvocato Luchi: «Ennesima violenza, adesso basta» Il presidente della Circoscrizione: «Soluzioni? Più polizia»


di Fabio Zamboni


BOLZANO. Adesso basta. Quante volte gli abitanti del quartiere Piani avranno espresso la loro rabbia per i ripetuti fatti di cronaca nera ma soprattutto per liberarsi dell’etichetta di quartiere a luci rosse? L’ultimo fatto di sangue, quello di ieri notte, è appunto soltanto l’ultimo in ordine di tempo ma non sarà l’ultimo in assoluto se non si farà qualcosa, dicono esasperati i residenti. E come dargli torto?

Nel giro di una settimana o poco più le forze dell’ordine hanno dovuto intervenire per una sanguinosa rissa fra nomadi, poi per una rapina con percosse ai danni di una prostituta, infine per arrestare per droga due marocchini. Ma non molto tempo prima c’era stato l’oscuro caso del gestore del locale Kardia indagato per aver esploso un colpo di pistola all’interno del locale, colpo che aveva ferito alla caviglia una ballerina.

Insomma, chi abita in quel quartiere è un po’ stufo. Come l’avvocato Stefano Luchi, che più volte è intervenuto presso le autorità per chiedere qualche iniziativa di prevenzione dal crimine, soprattutto contro il fenomeno della prostituzione: «Da quello che ho sentito e visto in tv, l’omicidio della notte scorsa è più legato a un episodio personale che alla malavita, ma guarda caso il teatro del delitto è il nostro quartiere. Perché qui c’è questa situazione da anni. Un’altra mazzata sulla nostra immagine».

Tra le varie proposte di intervento, dalle telecamere al divieto di sosta per i clienti delle prostitute, ne vede una più efficace delle altre?
«Il sindaco già un anno e mezzo fa , ospite di un nostro consiglio di quartiere, ci lesse un’ordinanza che aveva fatto un suo collega sindaco della provincia di Benevento: prevedeva il divieto di fermata per le macchine davanti alle prostitute. Nella nostra città ci sono tali e tanti divieti per le auto che instaurarne uno come quello sarebbe molto facile. E il fenomeno sicuramente diminuirebbe. Ieri sera ho fatto una passeggiata per il quartiere e c’era una sfilata di signorine nigeriane che partiva dalla Pizzeria Penegal e finiva a ponte Campiglio. Ma è chiaro che se affronti il problema alla fonte, facendo mancare i potenziali clienti, il problema si può risolvere».

Qual è la ricaduta più fastidiosa?
«Le faccio solo un esempio:qui le case costano, peché siamo vicini al centro. L’anno scorso, il nostro condominio ha speso 500 mila euro per ristrutturare e adeguarsi al Clima B. Ma in una situazione come quella in cui viviamo si rischia che la casa perda valore anziché acquistarne. Sono effetti collaterali pesanti. E basterebbe una “ronda” in più, una pattuglia che si fa vedere più spesso...».

Rainer Steger è il presidente della Circoscrizione Piani: «Mi faccia dire prima di tutto che mi dispiace per la povera vittima di questo delitto. Detto questo, noi chiediamo già da tempo delle soluzioni concrete a questo problema, perché non è un caso che il delitto sia avvenuto proprio lì».

Soluzioni di che tipo?
«Ci sono varie città italiane a cui possiamo ispirarci: Rimini e Milano hanno adottato ad esempio dei divieti di transito e di sosta in certe zone sensibili. Poi si dovrebbe prendere in considerazione la differenza fra un quartiere residenziale, o alta densità abitativa, e una zona industriale o produttiva. E dove abitano le famiglie la prostituzione va scoraggiata senza riseve e i metodi ci sono. Si possono installare le telecamere ma la soluzione più efficace credo sia la presenza della polizia . Se i “gestori”della prostituzione capiscono che certe zone sono troppo a rischio per loro, si spostano, insieme a tutti i problemi connessi a que l fenomeno».

L’appello è lanciato, ma non si può dire che le ronde di carabinieri e polizia siano scarse. Sono state infatti intensificate da pochi mesi, subito dopo la scoperta di una casa chiusa gestita da una cinese che sfruttava sue connazionali e dopo la scoperta di un ngiro di prostituzione orchestrato da un magnaccia che proprio ai Piani aveva la base della sua attività: gestiva e maltrattava duramente una schiera di giovani rumene che istigate da lui erano diventate particolarmente aggressive sui marciapiedi della zona, avviando una sorta di guerra per la conquista delle “postazioni” migliori.

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