il furto

Ladri alla Cgil di via Roma Portano via la cassaforte 

L’incursione nella notte. Portati via una cassetta di sicurezza con 200 euro e due telefonini Sono entrati dal cortile interno salendo sulla tettoia dei garage e hanno forzato una finestra 



BOLZANO. Quando hanno scoperto che dalla sede di via Roma, era stata portata via “solo” la cassetta di sicurezza fissata all’interno di un armadio e con all’interno circa 200 euro, due telefonini usati alla Cgil di Bolzano hanno quasi tirato un sospiro di sollievo. Visto il clima di tensione degli ultimi mesi e il recente assalto alla sede del sindacato a Roma, c’era il timore che qualcuno avesse preso di mira gli uffici di via Roma per un raid vandalico che avrebbe avuto risvolti più che inquietante. «Non ci sono dubbi che si sia trattato di un furto – spiega il sindacalista Fabio Parrichini – Sono entrati negli uffici al primo piano da una finestra sul retro, che si affaccia sul cortile interno, approfittando della tettoia dei garage e poi hanno forzato una finestra. La polizia, che abbiamo subito chiamato, ha trovato una rastrelliera per le bici appoggiata al muro, utilizzata come fosse una scala». Una volta dentro, hanno rovistato ovunque, ma senza mettere particolarmente a soqquadro gli uffici. Hanno aperto qualche armadio e rovistato in alcuni cassetti. Nulla più. Hanno ignorato un telefono nuovo, ad esempio, ancora confezionato e appoggiato su una scrivania. Sparita anche un piccolissima spilla d’oro della Cgil, regalata a Parricchini da Cofferati e dal valore più che altro affettivo.

Su chi abbia deciso di rubare in una sede della Cgil ci sono varie ipotesi. «Quello di via Roma – spiega Parrichini – è un “ufficio vertenze” che raccoglie le cause di chi è rimasto senza lavoro ed è disperato. Qualcuno che, non escluso, sia entrato negli uffici nei giorni o nelle settimane precedenti al blitz». Questo spiegherebbe perché i ladri sapessero bene da dove entrare e come muoversi. «Capita spesso che le persone che si rivolgono a noi – spiega il sindacalista – siano talmente coinvolte che se la prendono con noi, che lavoriamo per aiutarli». Parrichini non si sbilancia, insomma, ma non è escluso che ad entrare negli uffici sia stato proprio qualcuno che, non vedendo sbocchi nella sua situazione lavorativa e vivendo un momento economico difficilissimo, abbia deciso di colpire proprio chi lo sta o lo stava aiutando. Ancora incerta l’ora precisa dell’incursione perché negli uffici sono rimaste persone fino quasi alle 21 di mercoledì e ieri sono stati riaperti attorno all 7.40. Al lavoro gli investigatori della questura. (P.T.)

 













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