Merano: verifica per l'alcoltest ai minori

Il comandante dei vigili urbani Fabrizio Piras torna sull'alcoltest effettuato dai suoi agenti su due gemelli minorenni coinvolti con un turista austriaco in un banale incidente in bicicletta


Giorgio Pasetto


MERANO. Il comandante dei vigili urbani Fabrizio Piras torna sull'alcoltest effettuato dai suoi agenti su due gemelli minorenni coinvolti con un turista austriaco in un banale incidente in bicicletta nell'affrontare una strettoia della pista ciclabile: «Manifesto comprensione nei confronti dei due giovani ciclisti, ma intendo verificare il comportamento dei vigili intervenuti».

«Ribadisco, come del resto già riportato nell'articolo dell'Alto Adige, che si é trattato - dichiara infatti il comandante Piras - di un pre-test di screening qualitativo non invasivo, previsto dalla normativa, nel rispetto della riservatezza e dopo aver acquisito il consenso da parte della madre».

«Fatta questa importante premessa - prosegue il comandante Piras - ritengo comunque che vi sia stata da parte degli agenti intervenuti un'applicazione rigida dell'articolo 186 del codice della strada, nonché delle disposizioni operative impartite, ed intendo verificare il comportamento tenuto dagli agenti intervenuti sul luogo del sinistro».

«Nel manifestare la mia comprensione nei confronti dei giovani ciclisti coinvolti nell'incidente e dei loro genitori per le reazioni all'episodio in questione - conclude Piras - il comando è a disposizione di tutti gli interessati per eventuali chiarimenti, riconoscendo nello spirito di servizio, nel rispetto delle regole ma anche nel doveroso buon senso elementi caratterizzanti che devono sempre contraddistinguere l'operato di tutti».

Una presa di posizione, quella del comandante della polziia municipale, che non convince e non soddisfa i genitori dei due ragazzi: «Non risponde al vero che il test sia stato eseguito col consenso della madre - replica il padre dei gemelli - considerato che mia moglie è arrivata sul luogo dell'incidente a cose fatte e non è stata messa al corrente dell'esame cui erano stati sottoposti i figli, cosa che ha appreso solo successivamente da questi ultimi. Non ho motivo di dubitare delle parole dei due ragazzi - aggiunge il padre - mi hanno riferito che sono stati invitati a soffiare più volte e con sempre maggior forza, cosa pericolosa per quello che aveva subito il trauma cranico nel caso avesse avuto una emorragia cerebrale in corso. Non è nostra intenzione provocare guai - conclude - ma almeno i vigili urbani ammettano di essere andati oltre la legge e si scusino per questo, e il comandante prenda provvedimenti perchè l'autore dell'abuso non abbia a ripetersi in futuro».

E una "verifica sul comportamento degli agenti" è già stata avviata dal comando della polizia municipale per chiarire se ed eventualmente in che misura le previsioni di legge siano state applicate travalicando le loro stesse previsioni oppure se si sia trattato solo di una loro "rigida interpretazione", per usare la definizione del comandante. In ogni caso resta lo sconcerto, e non solo dei due ragazzini e dei loro genitori, ma anche di molti meranesi, per una scelta come quella adottata con l'alcoltest su due bambini di nemmeno dieci anni per essere stati protagonisti, con ogni probabilità loro malgrado, di un semplice ruzzolone in bici.

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