Polo bibliotecario, i costi salgono a 60 milioni

L’M5S fa i conti: «Nell’era della digitalizzazione, una cattedrale nel deserto» Grande il triplo del vicino liceo avrà solo un quarto di utenti rispetto al Carducci


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nuovo polo bibliotecario. Una struttura faraonica nonostante il recente ridimensionamento progettuale, decisa 15 anni fa e ormai, secondo molti, fuori dal tempo. Per due motivi: la digitalizzazione spinta del nostro mondo e ancora di più i costi stimati fra 50 e 60 milioni di euro, che in questo momento storico, con questa congiuntura economica, potrebbero e forse dovrebbero essere spesi altrimenti. Ad attaccare ora sono i neo eletti consiglieri comunali M5S.

La digitalizzazione. «Il numero dei volumi presi in prestito cala ovunque nel mondo, eppure la biblioteca rimane un luogo meraviglioso di silenzio, cultura, incontro, socializzazione e scambio», dice il neo consigliere del M5S Davide Costa. Finanziare una biblioteca pubblica «dovrebbe però essere un’occasione per ogni amministrazione di scegliere al meglio l’edificio in cui realizzarla, su come contenere i costi di gestione e farla diventare un luogo di riqualificazione urbana». La costruzione del nuovo polo invece costerà tra 50 e 60 milioni di euro, cioè oltre 100 euro per ogni altoatesino da Vipiteno a Salorno (compresi centenari e neonati).

Grande come un megastore. Il 14 giugno scadrà il termine per la presentazione delle offerte per progettazione e costruzione del polo all’ex Pascoli, «primo atto di un’opera pubblica faraonica e paragonabile in dimensioni a un centro commerciale come il Twenty o il Kaufhaus di Benko (23.000 mq su più piani, pari a oltre 3 campi da calcio)». Tutto ciò «in un contesto di crisi che dura dal 2008, con una continua ricerca di risorse e soldi nel tentativo di creare sviluppo per le nostre aziende in difficoltà e dare dignità ai lavoratori senza un reddito minimo vitale».

Fuori media. In Alto Adige, spiega Costa, esiste una biblioteca pubblica ogni 1.800 persone (in tutto sono quasi 300), contro una media nazionale di una biblioteca pubblica ogni circa 10.000 abitanti. In Germania sono una ogni 9.360, in Francia ogni 18.000, in Finlandia ogni 5.798 e negli Usa ogni 2.600. Nel polo lavoreranno in 70. La stima provinciale di affluenza è di 400.000 persone all’anno, contro i 10 milioni di visitatori di un centro commerciale di superficie simile in poco più di quattro anni (ad esempio il Twenty). «Serviranno 25 anni, al polo, per raggiungere l’affluenza di un centro commerciale di pari dimensioni». Il liceo Carducci, edificio adiacente al polo e ultimato nel 2013, ha un volume di circa 44.000 metri cubi. È frequentato ogni ora da circa 800 adolescenti, personale docente e di servizio. Il polo avrà un’affluenza di circa 200 persone all’ora («una stima provinciale piuttosto generosa nell’era della digitalizzazione») compreso il personale in servizio, ma la sua cubatura sarà addirittura tre volte quella dell’istituto scolastico (118.000 metri cubi).

Costi continui. La delibera provinciale numero 2088, del 2001, quando l’opera poteva sembrare più sostenibile, prevedeva costi complessivi per 40 milioni di euro. Nel 2010 la Provincia era arrivata a preventivare addirittura costi per 70-80 milioni. I costi sociali relativi a manutenzione ordinaria e straordinaria e le spese di gestione (riscaldamento, luce, pulizie, eccetera) «aumenteranno a dismisura rispetto ai costi attuali delle tre biblioteche pubbliche raggruppate (Tessmann, Civica e Claudia Augusta) calcolabili in diversi milioni di euro all’anno e saranno a completo carico della comunità altoatesina».

Alternative. Quest’opera, non nella sua funzione, ma così come progettata, «è probabilmente uno dei più grandi sprechi di denaro pubblico degli ultimi decenni». Utile sarebbe stata invece una biblioteca ridotta ma funzionale «poiché già 34 sono quelle presenti in città a Bolzano». La minore spesa di un polo ridotto «avrebbe potuto avviare opere pubbliche urgenti, con bassi costi di gestione e maggiore sostenibilità sociale, come ad esempio la riqualificazione energetica di edifici pubblici e alloggi comunali (sono circa 600) con riduzione drastica di costi energetici anche di 2 o 3 volte gli attuali (da 1.000 euro a circa 300 euro)». Insomma, servirebbe un polo ridotto, come cubatura e costi, magari «dislocando alcune attività comunali, oggi site in locali dove si pagano affitti considerevoli, nei locali e nelle aree ex Pascoli, ristrutturando e ampliando l’esistente».

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