Un sorriso nel «Castello degli orrori»

Le studentesse della Claudia de’ Medici faranno volontariato in Croazia nel centro che ospita bimbi con gravi handicap


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Come ci si comporta con le persone che soffrono: con un atteggiamento pietistico o con una certa leggerezza condita da un po’ di ironia, per stemperare anche le situazioni più pesanti? Antonella Brunello, insegnante di psicologia all’Istituto Ipsct Claudia de’Medici, ha pensato che valesse la pena puntare sulla leggerezza, per preparare il gruppo di ragazze della IVE ed F che in autunno andrà a fare una settimana di volontariato a Gornja Bistra, un centro croato 28 chilometri a nord di Zagabria, dove c’è quello che un tempo veniva chiamato il “Castello degli orrori”. Alla prof bolzanina quel nome non piace e l’ha ribattezzato il “Castello delle meraviglie”. Al di là dei nomi, la sostanza non cambia: il complesso è il più grande centro della Croazia che ospita bambini con gravissime patologie fisiche e psichiche. Nella maggior parte dei casi sono stati abbandonati dai genitori, oppure i parenti ci sono ma vivono lontani. Di qui l’importanza del lavoro dell’associazione “Il giardino delle rose blu” fondata nel 2001 da un sacerdote napoletano, Ermanno D’Onofrio, approdato a Gornja Bistra per caso. Grazie all’associazione ogni settimana parte da qualche paese d’Italia un furgone o un treno che porta laggiù un gruppo di nuovi volontari. La referente a livello locale è Elisabetta Galli, psicologa e docente della Lub.

Brunello già da qualche anno accompagna gruppi di suoi studenti in quella struttura, perché loro che fra qualche anno si troveranno a lavorare con i bambini come con gli anziani imparino a confrontarsi con il dolore. Non quello teorico imparato sui libri, ma quello vero che fa male, perché a Gornja Bistra lo vedi negli occhi di bimbi oppure di adulti che non sono mai cresciuti.

La mission che le studentesse si sono date è chiara: portare un po’ di allegria. Per questo hanno seguito un percorso dedicato alla risata con l’attrice Monica Trettel e poi hanno fatto delle gare con le carrozzelle a rotelle sui ponti del Museion. «È stata - dice Serena Zenatti - un’esperienza particolare. Che da una parte ci ha fatto capire i problemi di chi è condannato su una carrozzella e dall’altra però ci ha esposto alle critiche di quanti pensavano che prendessimo in giro chi si trova davvero in questa situazione. Tanto che qualcuno, anche solo per una questione di scaramanzia, ha preferito non sedersi su quelle sedie». Ma tutti hanno partecipato al progetto con entusiasmo. «E siamo riusciti a farci regalare - racconta Elke - una carrozzella dalla Fondazione Cassa di risparmio e due dall’associazione invalidi». Sono già state inviate in Croazia perché i bambini che passano tante ore a letto, possano vedere il mondo da una prospettiva diversa. A Gornja Bistra arriveranno anche i serpenti in feltro realizzati dalle studetesse. Ma perché proprio serpenti? «Perché - spiega Brunello - sono animali che fanno paura e per questo aiutano a superarla».

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